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«Depredati oltre 23 milioni in 5 anni»

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Da«saccheggiare sistematicamente» per pagarsi case, ville, lavori di ristrutturazione, pranzi di nozze. Si parla complessivamente di circa 23 milioni di euro nei cinque anni considerati. Sono i numeri contenuti nell'ordinanza di arresto siglata dal gip del tribunale di Roma, Simonetta D'Alessandro. Ma accertamenti su ulteriori somme sono in corso. Lo schema è semplice. La Margherita è destinataria di rimborsi elettorali. Il polmone economico è rappresentato dal conto corrente bancario numero 7975 dell'Agenzia del Senato della Bnl. Le prime anomalie riscontrate dai finanzieri risalgono alla primavera del 2007: numerosi assegni, per un totale di 1,2-1,3 milioni di euro sono stati incassati da un'impresa per la ristrutturazione di cinque appartamenti di proprietà dello stesso Lusi a Capistrello (L'Aquila). Nell'estate dello stesso anno, altre operazioni «predatorie»: ingenti flussi di denaro (3,2 milioni di euro) provenienti dal conto della Margherita che alimentano un conto corrente Unicredit intestato alla moglie del senatore, Giovanna Petricone. Il saccheggio prosegue con la costituzione di una società, la TTT srl, amministrata da Diana Ferri, collega di studio di Lusi. A partire dall'autunno 2007 la somma di 13,5 milioni di euro viene trasferita dal conto della Margherita ad uno intestato alla TTT. Nelle fatture della società si indicavano prestazioni, in realtà inesistenti, a favore del partito. Queste somme sono state invece utilizzate, tra l'altro, nell'acquisto di un attico e superattico in pieno centro a Roma dal valore di circa 3,5 milioni di euro; nell'acquisto e ristrutturazione di una villa a Genzano (Roma) dove vive la famiglia di Lusi. Oltre ai circa 23 milioni di euro accertati, l'ordinanza segnala altre voci in corso di approfondimento: 600mila euro concessi in prestito ad alcuni conoscenti, 320mila euro per l'acquisto di box, oltre 30mila euro per il pagamento del noto chef Antonello Colonna in occasione del matrimonio Lusi-Petricone. Resta poi da chiarire la destinazione di alcuni milioni di euro, 3-4 dei quali usciti mediante assegni liberi e a cifra tonda (come nelle operazioni illecite) ed oltre un milione in contanti.

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