Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Tagli alla spesa per 4,2 miliardi.

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

Mail giro di vite non riuscirà a scongiurare l'aumento di due punti dell'Iva che scatterà a ottobre. «Speriamo di avere dalla spending review i benefici necessari per evitarla» ha detto il premier Monti presentando il piano del governo sulla spending review al termine di un lunghissimo Consiglio dei ministri. Questo vuol dire che la lotta agli sprechi e la sforbiciata delle spese non porteranno ad un alleggerimento della pressione impositiva come sembrava fosse nell'ordine delle cose. Per questa operazione dai risultati incerti è stato chiamato Enrico Bondi, il manager che gestì il dopo-fallimento Parmalat. Avrà il ruolo di commissario straordinario con l'incarico di definire il livello di spesa di beni e servizi della pubblica amministrazione, di individuare sprechi e spese improduttive e usare le forbici senza riguardi per nessuno. Ma anche i ministeri dovranno fare la loro parte: avranno 90 giorni di tempo per riorganizzare le strutture. Gli altri due tecnici sono l'economista Francesco Giavazzi che dovrà fornire al premier analisi e raccomandazioni sul tema dei contributi pubblici alle imprese; Giuliano Amato che dovrà fare un'analisi sul finanziamento dei partiti e dei sindacati. I due tecnici non avranno alcuna retribuzione mentre per Bondi è previsto un assegno di 150 mila euro anche se, precisa Monti, lui non avrebbe voluto nulla. Ci sarà infine un comitato interministeriale presieduto da Monti e composto dai ministri dei Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, della Funzione Pubblica Patroni Griffi, dal viceministro Vittorio Grilli e dal Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà. Avrà due mesi di tempo per verificare tutti gli elementi delle spesa pubblica non vincolati (come ad esempio sono pensioni e stipendi). Prima di presentare l'operazione tagli, Monti ha sferrato un attacco al precedente governo e ad alcune posizioni della maggioranza sulla questioni fiscali. «Chi intende proporsi al Governo del Paese non può giustificare l'evasione fiscale nè tanto meno istigare a non pagare le tasse, o a istituire personali ed arbitrarie compensazioni fra crediti e debiti verso lo Stato». Poi l'Imu. «Se si preferisce la patrimoniale, noi siamo pronti a valutare questa ipotesi ma a parità di gettito» ha detto chiaro e ha sottolineato che «se c'è l'Imu è perchè è stata abolita l'Ici, e questo non andava fatto nella situazione economica grave in cui si trovava il Paese; non sono state valutate le conseguenze». E se il peso tributario «è eccessivo è perchè ci sono responsabilità e errori del passato». Monti difende la sua azione: sembra che il governo si diverta a imporre tasse elevate ma gli italiani non sono sprovveduti. La diminuzione del carico fiscale è certamente possibile se tutti paghiamo le tasse». Ma ha anche precisato che «il governo non potrà ridurre le tasse per mancanza di tempo». In Italia «è venuta meno la situazione di Nirvana che consentiva di rifiutare la realtà sulla crescita». Poi la spiegazione sui tagli alla spesa. «La spesa pubblica rivedibile nel medio periodo è pari a circa 295 miliardi; a breve termine è stimabile in circa 80 miliardi». Tra i settori di intervento per il risanamento Monti mette anche la Rai «dove la logica della indipendenza dalla politica non è garantita». Bondi svolgera anche funzioni di «supervisione, monitoraggio e coordinamento dell'attività di approvvigionamento di beni e servizi da parte delle pubbliche amministrazioni». Tra le amministrazioni pubbliche sono incluse «tutte le amministrazioni, autorità, anche indipendenti, organismi, uffici, agenzie o soggetti pubblici comunque denominati, gli enti locali, nonchè le amministrazioni regionali sottoposte a piani di rientro dal disavanzo sanitario per le voci relative alla spesa sanitaria». Sono escluse dai tagli la presidenza della Repubblica, la Corte costituzionale e il Parlamento. Una direttiva del presidente del Consiglio «indicherà ai Dicasteri le linee da seguire per contenere le spese di gestione». Monti ha respinto l'idea di un «patto segreto» con la Germania, piuttosto si deve parlare di «una forte iniziativa di collaborazione italo-tedesca».

Dai blog