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Alfano cerca la Lega. Maroni lo gela

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Il segretario: «Non pensiamo chiuso il rapporto con loro». La replica di Bobo: «Mi dispiace ma andremo da soli». Dal Pdl un ddl per compensare tasse e crediti

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Loha fatto anche ieri in un comizio a Conegliano Veneto spiegando che «non abbiamo mai ritenuto chiuso del tutto il rapporto con loro». Ma Roberto Maroni gli ha risposto subito gelando le sue speranze: «Ringrazio per la generosità l'amico Alfano ma la Lega deciderà autonomamente cosa fare al consiglio federale, anche se i militanti condividono la scelta di andare da soli e sono orientati a ribadirla anche per le prossime politiche». Intanto però Alfano pensa anche a proposte per aiutare a risolvere la crisi economica. Così ha annunciato che il Pdl presenterà un disegno di legge per compensare le tasse con i crediti che gli imprenditori hanno con lo Stato. In realtà però una legge di questo tipo esiste già ed è stata approvata dal governo Berlusconi. Solo che manca l'ultimo passaggio, la stesura e la firma di un decreto legislativo. Un problema solo tecnico che il governo potrebbe risolvere velocemente. La legge prevede infatti una compensazione tra le iscrizioni a ruolo – contravvenzioni o ritardati pagamenti – e i crediti vantati dai cittadini. Insomma si potrebbe cominciare da lì per iniziare a ridare un po' di fiato alle aziende. E poi aspettare il disegno di legge del Pdl che allarga la compensazione a tutte le tasse. «Stiamo apprezzando lo sforzo che il governo sta facendo anche in Europa per trovare il modo per pagare i debiti nei confronti degli imprenditori – ha spiegato ieri mattina il segretario del Pdl in un comizio a Conegliano Veneto – e se ci riesce ne siamo felici, se non ci riesce e la nostra proposta è quella che gli imprenditori appunto che sono debitori dello Stato relativamente alle tasse, e creditori relativamente alle forniture, possono compensare debiti e crediti. Perché, se lo Stato è esattore veloce e anche per certi versi "violento" in alcune circostanze, e per i propri crediti è lentissimo, allora la cosa rompe il contratto sociale e noi siamo per costruire invece la coesione sociale attraverso anche la ricomposizione di questo contratto sociale». Ma c'è anche un altro capitolo aperto che interessa il Pdl, quello dell'Imu. L'idea di Alfano è di proporre al governo di considerarla una tassa «una tantum» da togliere l'anno prossimo. Il problema, però, è di trovare qualche altra entrata. «Il mancato gettito dell'Imu creerebbe difficoltà alle tasse dello Stato» ha ammesso il segretario. Per questo la proposta è di destinare «i primi soldi affluenti dai tagli agli sprechi pubblici ed alle spese inutili, attraverso il buon funzionamento della cosiddetta spending review, per diminuire la tassazione sulla casa». E proprio nel consiglio dei ministri di lunedì il governo dovrebbe iniziare ad esaminare un testo sulla revisione della spesa pubblica. Infine c'è il capitolo lavoro, sul quale il Pdl sta preparando una serie di emendamenti al disegno di legge. L'obiettivo è quello di agevolare la flessibilità in entrata modificando le norme sui contratti a termine e sulle collaborazioni a progetto. Il testo del ministro Fornero prevede un aumento dei costi a carico degli imprenditori per i primi e un aumento del 6 per cento degli oneri previdenziali per i secondi. Immaginando in questo modo di spingere le aziende a fare più contratti a tempo indeterminato. Previsione sbagliata per il Pdl che invece proporrà di togliere tutti gli aumenti.

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