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L'austerity tedesca non paga e il governo olandese getta la spugna

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Dopooltre un mese di negozianti estenuanti sulle misure di austerità da adottare per realizzare risparmi per 16 miliardi entro il 2013 e dunque rientrare nei parametri europei, il governo olandese ha gettato la spugna. Il primo ministro Mark Rutte, che guida un esecutivo di minoranza con l'appoggio in Parlamento della forza di estrema destra guidata da Geert Wilders, si è recato ieri presso il Capo di Stato, la regina Beatrice, e le ha offerto le proprie dimissioni con la richiesta di tornare al voto in autunno. La rinuncia di Rutte, che in ambito europeo si è sempre distinto - con la cancelliera Merkel e i leader scandinavi - per essere uno dei «falchi» del rigore fiscale, viene dopo il fallimento dell'ennesimo tentativo di raggiungere un accordo sui nuovi tagli proprio con l'alleato in Parlamento segno che ormai diventa sempre più difficile fare accettare al proprio elettorato l'amara medicina dell'austerità. Il forte successo dell'estrema destra nel primo turno delle presidenziali in Francia, con il fronte nazionale di Marine Le Pen che ha ottenuto il 18,2% dei suffragi rischia ora di imprimere un'accelerazione alla corsa verso le elezioni dove Wilders cercherà di replicare il successo della Le Pen. Nel frattempo il governo olandese spera comunque di riuscire a rispettare gli accordi presi in sede europea e conta per questo sull'appoggio del Parlamento. «Parto dal principio che troveremo una maggioranza per le misure che presenteremo a Bruxelles - ha detto il ministro delle Finanze, Jan Kees De Jager - discuteremo in tempi rapidi delle possibili misure con la camera bassa del parlamento». De Jager, che continuerà a gestire pro tempore il ministero delle Finanze anche dopo le dimissioni del governo, ha sottolineato come sia importante «mostrare ai mercati finanziari e agli olandesi stessi che noi possiamo, anche in questo frangente, mantenere una politica finanziaria solida». L'esecutivo uscente ha tempo fino al 30 aprile per presentare alla commissione europea la propria proposta di budget con le misure previste per riportare il deficit sotto la soglia del 3% del Pil.

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