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«Nessuna deroga al rigore Impossibili aiuti pubblici»

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Soldipubblici per far ripartire la crescita, ovvero aiuti alle imprese, non ce ne sono ma il rigore alla lunga aiuterà l'economia a ripartire. Il premier Monti, in visita alla Fiera con la moglie, ha ribadito la linea della fermezza. «Sono venuto a visitare questo segno di speranza che rappresenta l'Italia affacciata sul mondo e il mondo che viene a visitare l'Italia». In risposta alle richieste di sostegno che arrivano da diversi settori produttivi, ha sottolineato che «segni di crescita non se ne possono dare tanti nell'immediato in termini di soldi dello Stato, perchè questo rimetterebbe in discussione i progressi fatti in questi mesi». Il che significa che «non è più possibile sostenere aziende con soldi pubblici ma bisogna farlo creando un ambiente favorevole». Non sono consentite «deroghe al rigore» e questo non va visto come un fattore «contrario alla crescita. Favorirà la crescita, ma non nell'immediato». Anzi su questo Monti è ottimista: l'Italia tornerà a crescere a breve, ci sono segnali di speranza. D'altronde è un Paese che ha seguito per molti anni regole non di buona condotta e l'economia non può crescere in fretta e le risorse sono scarse. E del resto, «se l'Italia è arrivata sull'orlo del precipizio e la politica ha fatto la cosa strana di chiedere ai non politici di dare una mano», è perché «in passato» i governi hanno aperto «troppi spiragli», approvando anche misure «spesso inconciliabili» tra loro. Il governo ha ricevuto molte «proposte sensate» di misure e sgravi applicabili ma «non si può sempre dire di sì». Monti non risaparmia una frecciata alla Lega: «non c'è un ministro per il Mezzogiorno ma non abbiamo neanche una visione padana dell'Italia. Noi siamo per l'Italia coesa». E ricorda i fondi per il Sud sbloccati presso l'Unione Europea. Infine la questione dei fondid el Fmi. Monti si augura che la decisione del G20 di raddoppiare le risorse il Fondo Monetario Internazionale per aiutare i paesi in difficoltà contribuisca a restituire fiducia ai mercati. Gli sforzi fatti dall'Unione europea per «mettere ordine» all'interno del proprio sistema economico e in quelli dei singoli Paesi che la compongono hanno «dato conforto e rassicurazione a molti membri del Fondo monetario internazionale, in particolare quelli asiatici, quelli europei extra eurozona e ai Brics». Il presidente del Consiglio considera «qualcosa di oggettivamente importante» i 435 miliardi di dollari stanziati dal Fondo monetario in favore dei Paesi indebitati.

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