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Tassa sulle disgrazie Il governo rassicura

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Patroni Griffi: «È solo una copertuta tecnica»

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Iltesto sulle Semplificazioni e lo Sviluppo incasserà il via libera del Senato stamattina, per poi passare all'esame della Camera per la terza lettura e diventare legge prima di Pasqua. L'esecutivo prova anche a rassicurare gli italiani: non ci saranno, dice il ministro per la Funzione Pubblica Patroni Griffi, aumenti delle accise sulla benzina. «Si tratta - dice - di una copertura tecnica che preesiste al decreto legge». Il rischio di dover pagare di più il pieno in realtà esiste. Una delle poche modifiche al provvedimento approvate durante l'iter a Palazzo Madama riguarda infatti la cosiddetta "tassa sulle disgrazie", vale a dire la possibilità, qualora non vengano individuate altre risorse, di finanziare il Fondo della protezione civile per le calamità naturali attraverso l'aumento dell'accise sui carburanti. Leggendo la norma, però, si capisce che l'incremento non peserebbe solo sui contribuenti delle Regioni colpite dagli eventi naturali ma su tutti gli italiani. Diversamente infatti la misura avrebbe contraddetto la Corte costituzionale che ha bocciato la parte della tassa sulla disgrazia di competenza regionale. Insieme alla liberalizzazione sul fronte delle telecomunicazioni, l'unica altra novità introdotta nel maxi-emendamento del governo riguarda i reati ambientali. Il caso scoppia direttamente in Aula: è la Lega per prima a chiedere chiarimenti lanciando un allarme per il rischio di aprire alla «lottizzazione» abusiva. Le forze politiche di opposizione e maggioranza fanno fronte comune, anche forti di un parere della commissione Giustizia giunto in mattinata che mette in evidenza le stesse questioni. In una riunione lampo però esecutivo e partiti trovano la via d'uscita. «Pur escludendo - afferma Patroni Griffi - che possano esserci elementi di rischio in merito al reato di lottizzazione abusiva, a fini prudenziali» si è deciso di «tornare al dl originario». Altro "caso" quello dell'assegnazione con criteri meritocratici di fondi ai ricercatori under 40, prevista da una legge del 2007 e cancellata dal decreto. Inutile l'emendamento di Ignazio Marino (Pd) che chiedeva il ripristino della norma. Nonostante il ministro per l'università Francesco Profumo abbia promesso un ddl ad hoc (così come il collega Patroni Griffi sulle semplificazioni), l'esponente dei Democratici ha annunciato il suo voto contrario alla fiducia.

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