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Articolo 18, i sindacati restano divisi Fornero: non smantelliamo le tutele

Il ministro del Lavoro Elsa Fornero

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Al termine di una giornata lunghissima di incontri tra governo e parti sociali, l'accordo sulla riforma del lavoro ancora non c'è. Esecutivo, sindacati e imprese  proseguiranno la trattativa giovedì alle 16 a Palazzo Chigi. "Il ministro ha presentato il quadro complessivo della riforma, sintetizzando tutti i suoi capitoli sui quali è stato acquisito il consenso di massima delle parti" e su cui "il ministro, in dialogo ulteriore con le parti, lavorerà nei prossimi due giorni", ha detto il premier Mario Monti al termine del tavolo durato più di quattro ore. MONTI: SOLO CGIL CONTRO NUOVO ARTICOLO 18 Sul tema più controverso della trattativa il presidente del Consiglio ha ammesso che "tutte le parti sociali consentono all'articolo 18 nella formulazione nuova, a eccezione della Cgil, che ha manifestato una posizione negativa". "E' una riforma molto coerente con la riforma Fornero 1 come quella delle pensioni", ha detto il premier dando merito al responsabile del Welfare per aver portato avanti la riforma."Decideremo quanto prima come procedere dal punto di vista legislativo. FORNERO: NON VOGLIAMO SMANTELLARE LE TUTELE "Questa è una riforma molto comprensiva e tocca diversi aspetti. Gli obiettivi finali sono più occupazione, meno disoccupazione strutturale, non parliamo di questi mesi e dell'anno prossimo, l'aumentare dell'occupazione di giovani e donne e anche il miglioramento, la qualità dell' occupazione, che vuol dire riduzione del precariato", ha detto il ministro del Welfare Elsa Fornero. "Questo è l'obiettivo ultimo. Abbiamo operato in una maniera equilibrata e coerente in modo da non guardare a certi aspetti del mercato del lavoro in modo strabico", ha aggiunto. "Abbiamo una riforma che speriamo si tenga bene insieme nei diversi aspetti". Il tempo indeterminato oggi è "abbastanza blindato. Non intendiamo smantellare tutele ma rendere meno blindato il contratto subordinato a tempo indeterminato. Questo è l'intervento sull'articolo 18", ha detto Fornero. "Vogliamo che diventi dominante, cioè migliore rispetto ad altri, il contratto subordinato a tempo indeterminato", ha sottolineato il ministro "Il contratto che vogliamo prendere come riferimento - ha proseguito - per gli altri contratti, flessibili, vicini al lavoro autonomo, vogliamo tenere la flessibilità buona e cercare di contrastare, anche duramente, ciò che porta al precariato e che noi chiamiamo flessibilità cattiva". L'ASPI AL POSTO DEL VECCHIO SUSSIDIO La nuova Assicurazione sociale per l'impiego (Aspi), che sostituirà il vecchio sussidio di disoccupazione, sarà introdotta "affinché un lavoratore non sia lasciato solo nel deserto". Lo ha detto il ministro del Welfare, Elsa Fornero, in conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine dell'incontro tra Governo e parti sociali sulla riforma  del mercato del lavoro. Fornero ha sottolineato che "il vecchio sussidio di disoccupazione sarà razionalizzato, esteso e universalizzato con l'Aspi. L'obiettivo è rendere universalistico uno strumento a difesa dei lavoratori in periodo di disoccupazione". Fornero ha sottolineato che la difesa del lavoratore "non è solo indennità monetaria, ma attivazione di politiche attive del lavoro". In questo senso la formazione diventa un punto fondamentale della riforma, mentre il lavoratore non potrà rifiutare una nuova occupazione pena la perdita del sostegno al reddito. Il ministro del Welfare ha inoltre confermato che la durata dell'Aspi sarà di un anno per i lavoratori fino a 54 anni con un massimale di 1.119 euro lorde, con una decurtazione del 15% dopo tre mesi. » prevista poi un'ulteriore decurtazione del 15% nel successivo semestre nel caso in cui l'Aspi duri 18 mesi. La cassa integrazione ordinaria sarà mantenuta, mentre quella straordinaria "sarà ripulita - ha affermato Fornero -cioè non la diamo per cessazione di attività". Secondo il ministro questo schema risponde a una filosofia nuova, non più basata sull'idea che il lavoratore rimanga attaccato al suo posto anche quando quest'ultimo è in dubbio o non c'è più. LA GIORNATA La nuova girandola di incontri già dalle prime ore della mattinata non è servita ad arrivare all'appuntamento di oggi pomeriggio a palazzo Chigi con un accordo di massima. E da parte sindacale, trapela un certo pessimismo. "Nonostante gli sforzi unitari per costruire una mediazione con il governo, l'esecutivo ha solo manifestato l'intenzione di manomissione dell'art.18. E' più che fondato il timore che in realtà l'obiettivo del governo non sia un accordo positivo per il lavoro ma i licenziamenti facili", è l'indicazione che trapela dalla segreteria della Cgil. Da parte degli imprenditori, il presidente di Rete Imprese Italia Marco Venturi è invece ottimista avendo annunciato di esser "più vicini" a un accordo rispetto a prima. Vertice a Palazzo Chigi. La trattativa approda alla sua tappa politica più importante con l'incontro tra le parti sociali e il premier a Palazzo Chigi. Mario Monti vorrebbe arrivare ad un accordo prima della sua missione in Estremo Oriente mentre il ministro Fornero è determinata, come ha già annunciato più volte, che presenterà comunque la riforma in Parlamento, e cioè anche se non si dovesse raggiungere un'intesa. Un'ipotesi, ha sottolineato il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, che sarebbe però "grave". LO SCOGLIO DELL'ARTICOLO 18 Licenziamenti discriminatori e disciplinari. Nello specifico, il nodo più importante da sciogliere resta l'articolo 18: i sindacati sono compatti nel ritenere il reintegro l'unica opzione davanti ad un licenziamento discriminatorio. Più complessa invece la partita sui licenziamenti disciplinari, sui quali i sindacati appaiono divisi. E spunta un'ipotesi di compromesso: in queste ore, si sta infatti ragionando a una soluzione per quanto riguarda l'articolo 18 e in particolare i licenziamenti disciplinari. Tra le ipotesi su cui si sta discutendo ci sarebbe la possibilità di un indennizzo di 32 mensilità che varrebbe in caso dei licenziamenti disciplinari. Quest'ipotesi scatterebbe nel caso in cui il giudice scelga l'opzione dell'indennizzo e non del reintegro. Reintegro o indennizzo. Più in generale si lavora a una proposta di mediazione per cui si dovrebbero circoscrivere in modo chiaro le causali dei licenziamenti disciplinari. Si dovrebbero dunque specificare le motivazioni in base a cui l'azienda può giustificare il licenziamento disciplinare di un lavoratore: in questo caso il giudice potrebbe reintegrare o in casi meno gravi indennizzare il lavoratore facendo riferimento alle norme sancite nei contratti collettivi.  Confindustria: intervento sostanziale. Confindustria ha sempre sostenuto un intervento sostanziale sull'articolo 18 che lasci il reintegro solo per i licenziamenti discriminatori e fissi l'indennizzo per tutti gli altri. Ma dal tavolo tecnico "non ci sono state risposte positive" anche se su alcuni punti importanti si sta lavorando, riferisce il direttore generale di Confindustria, Giampaolo Galli. PD: GOVERNO COLMI LE DISTANZE "Credo che il governo abbia tutti gli elementi per capire le distanze da colmare e trovare i possibili punti di caduta". Pierluigi Bersani ha commentato così al termine della segreteria di Pd le trattative in corso sulla riforma del mercato del lavoro. "Spero che vada bene, che si trovi un punto di sintesi", ha aggiunto. "C'è un messaggio utile per l'Italia e per il mondo ed è che l'Italia sta affrontando le riforme", ha sottolineato Bersani. "E come sempre nei momenti difficili, l'Italia riesce a costruire la coesione sociale che mette il paese sulla strada della fiducia - ha insistito - per me questo è il messaggio che deve arrivare al mondo". ACCORDO LONTANO La proprosta del premier Monti Più che alla ricerca di un accordo su un documento di tipo contrattuale, Mario Monti imposta la riunione con le parti sociali con l'obiettivo di verbalizzare le varie posizioni al tavolo, sia in accordo che in disaccordo, su cui poi basare la costruzione del testo che il governo porterà all'esame del Parlamento, "interlocutore principale" dell'esecutivo. E' quanto riferiscono fonti sindacali presenti al tavolo. "L'obiettivo di questa riunione, che spero sia conclusiva - avrebbe detto Monti secondo quanto riferiscono le fonti - sarà la verbalizzazione delle varie posizioni di accordo e di disaccordo, più che pensare a un documento contrattuale. Un verbale che costituirà la base di proposta che il governo successivamente presenterà al Parlamento che rimane l'interlocutore principale del governo".  

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