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Arriva la blue card per gli immigrati specializzati

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Loschema di decreto legislativo recepisce la direttiva del Consiglio europeo del 25 maggio 2009 e contribuisce al conseguimento degli obiettivi di Lisbona in tema di crescita sostenibile con nuovi e qualificati posti di lavoro. La strategia di Lisbona, infatti, ha previsto di «attirare e trattenere lavoratori altamente qualificati provenienti da Paesi extracomunitari», pur sempre nel rispetto del principio di preferenza comunitaria. Lo scopo è di riconoscere alla migrazione legale un ruolo di rafforzamento dell'economia e della conoscenza europee, incrementando al tempo stesso la competitività delle imprese e la capacità di attrarre lavoratori stranieri di alto profilo formativo e professionale. Lo schema di decreto in questione integra il vigente quadro normativo (Testo unico dell'immigrazione), facilita l'ammissione di tali cittadini nel territorio europeo e nazionale e armonizza le condizioni del loro ingresso e soggiorno, prevedendo l'introduzione di una nuova tipologia di titolo di soggiorno, denominato «Blue Card». Il Consiglio dei ministri ha dato via libera anche un decreto correttivo della direttiva europea 36 del 11 luglio 2007, relativa all'esercizio di alcuni diritti degli azionisti di società quotate. Il decreto ha introdotto alcune novità in tema di funzionamento dell'assemblea con l'obiettivo di favorire la partecipazione degli azionisti alla vita della società e, in particolare, l'esercizio del voto (anche transfrontaliero). Tra le novità principali si registra l'estensione del meccanismo della «record date», ovvero della data di registrazione, «alla legittimazione all'intervento e al voto nelle assemblee speciali qualora gli strumenti finanziari rilevanti siano negoziati in mercati regolamentati o nei sistemi multilaterali di negoziazione; riscrittura della disciplina del diritto di porre domande prima dell'assemblea; revisione delle disposizioni relative alle pubblicazione della relazione finanziaria annuale». La prima applicazione della normativa aveva infatti evidenziato alcune criticità. Tra queste, le più importanti sono: la disciplina della convocazione unica, con riguardo alla prassi invalsa di delegare al consiglio di amministrazione la facoltà di decidere volta per volta, in relazione a singole assemblee, di ricorrere o meno all'unica convocazione; l'estensione alle assemblee speciali dei portatori di obbligazioni ammesse al sistema di gestione accentrata delle disposizioni in materia di legittimazione all'intervento e al voto in assemblea; l'opportunità di mantenere una disciplina omogenea per quanto riguarda l'informativa preassembleare per tutte le società quotate.

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