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Folla di candidati per il Campidoglio

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Ha inizio la corsa al Campidoglio

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La corsa per il Campidoglio comincerà tra un anno ma i blocchi di partenza sono già affollatissimi. La situazione politica è incerta. Mentre i «tecnici» riscuotono consensi, i partiti sono al loro minimo storico. Non è un caso che aumentino le liste civiche, alcune formate da politici improvvisamente «convertiti» alle ragioni della società civile. Inevitabile che gli scenari possibili per il futuro di Roma s'intreccino con la fantapolitica. Di sicuro c'è Gianni Alemanno, sindaco in carica. Sta scrivendo un libro sui suoi anni in Campidoglio. Hanno ipotizzato che potesse fare un passo indietro, lasciare il campo a un candidato alternativo, magari a quella Giorgia Meloni che periodicamente torna nel tototutto. Invece no. La legge dice che Alemanno non potrà candidarsi contemporaneamente in Parlamento e in Campidoglio almeno che non si dimetta 180 giorni prima della scadenza naturale del mandato o che si vada ad elezioni anticipate. Entrambi i casi sembrano improbabili. Dunque il primo cittadino della Capitale dovrà ripresentarsi anche se i consensi, almeno in questo momento, non lo premiano. La strada è in salita. Anche per questo Alemanno sta cercando di chiudere la partita con l'Udc. Riuscire ad allargare la coalizione potrebbe essere la mossa vincente. Ma le difficoltà sono evidenti, anche perché attualmente il Terzo polo punterebbe a presentare un  proprio candidato.  C'è anche chi ipotizza, sulla scia del governo Monti, di proporre una «grande coalizione» anche per Roma con a capo una personalità rilevante. Il nome più ricorrente è quello del fondatore della Comunità di Sant'Egidio e ministro Andrea Riccardi. Lui ha smentito qualsiasi velleità politica. Ma mai dire mai. In politica un anno vale un secolo. Poi c'è la partita che si gioca nel centrosinistra. Non meno complicata. Il candidato naturale del Pd sarebbe l'attuale presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti. Ma non è così scontato. Se infatti ci fossero le primarie per decidere il candidato premier del centrosinistra e si presentasse il sindaco di Firenze Matteo Renzi (sostenuto dall'asse Veltroni-Fioroni), allora Nicola Zingaretti potrebbe essere la carta dell'altra metà del partito (Bersani-Letta). A quel punto il tanto decantato rinnovamento Democratico sarebbe compiuto. Mentre a Roma guadagnerebbe la pole position il deputato e segretario laziale del partito, Enrico Gasbarra, che è riuscito a mettere d'accordo tutti (o quasi) i Democratici nelle recenti primarie (giusto i veltroniani hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco). Poi c'è il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo. La sorpresa. Sembrava scontata la sua candidatura alle Politiche del 2013. Magari con una lista civica, nata dall'esperienza della fondazione Italia Futura. Negli ultimi mesi i fedelissimi dell'ex presidente di Confindustria hanno lavorato parecchio alle candidature e all'organizzazione di un movimento sul territorio. Avrebbero liste di candidati in tutte le Regioni. Ma la fine del governo Berlusconi e l'esecutivo guidato da Monti hanno inevitabilmente complicato le cose. A questo punto tra i fedelissimi del presidente della Ferrari avrebbe preso corpo un'altra idea: sostenere Montezemolo alle prossime elezioni comunali di Roma. La macchina è in moto da tempo, sarebbe semplicemente un cambio di direzione. Il percorso è ancora lungo ma le grandi manovre sono cominciate.

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