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Ancora una settimana, massimo 10 giorni di confronto, per arrivare ad un testo definitivo entro fine marzo o ai primi giorni di aprile.

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Oggila stretta su ammortizzatori sociali e contratti d'ngresso, per puntare a chiudere subito prime intese; e ad incassare così un via libera su gran parte dell'impianto della riforma, lasciando fuori la flessibilità in uscita, con la mina dell'articolo 18, su cui il governo sa bene che le posizioni al tavolo sono più difficili da conciliare. Si profila così anche la possibilità di un accordo parziale, lasciando il tema più spinoso fuori dall'intesa ma non della riforma. La soluzione potrebbe arrivare unilateralmente dal governo, che ha più volte ribadito la determinazione nel voler varare una riforma completa anche senza il sì delle parti. La percorribilità di un accordo «a tappe», per blindare la riforma fin dove si riesce ad arrivare nei prossimi dieci giorni, se può essere un obiettivo del governo non trova riscontro in ambienti sindacali, dove si fanno notare i pochi passi avanti fatti al tavolo tecnico con il ministero, e vengono giudicati prematuri i tempi (anche solo su ammortizzatori e contratti) se non per accordi quadro da riempire solo successivamente. L'inseguirsi di indiscrezioni diverse sui possibili contenuti finali della riforma sarebbe - rilevano le parti sociali - una dimostrazione del fatto che siamo ancora lontani da un impianto vicino alla soluzione finale.

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