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Esposito: «I tecnici non bastano. Per la diplomazia servono politici»

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GiuseppeEsposito, senatore Pdl e vicepresidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), non ha dubbi: «Non ci hanno trattato bene». Senatore Esposito, tra Roma e Londra sulla gestione del blitz in Nigeria la tensione sale... «Lunedì, durante la riunione che avremo con i più alti rappresentanti dei servizi segreti sapremo bene come sono andate le cose. Per adesso quello che è certo è che l'Italia ha avuto un ruolo minoritario nella gestione dell'affaire in Nigeria, purtroppo». Il fatto di avere un governo tecnico ha influito sulla cosa? Ci ha penalizzato? «Diciamo che non sempre i tecnici, quando si tratta di affrontare crisi diplomatiche estere, sono i migliori sul campo. Anche essere un bravo ambasciatore, quale sicuramente è Giulio Terzi di Sant'Agata, a volte non è sufficiente». Cosa manca ai tecnici? «Non avere dietro un parlamento o comunque un grande partito, li penalizza. È la volontà politica che interviene nella diplomazia. I politici in questi casi irrompono, cambiano le regole. Il ministro Terzi non avendo una maggioranza ha lavorato con difficoltà». Il blitz inglese è stato un errore? «Vede noi, come italiani, siamo abituati a trattare la liberazione di eventuali ostaggi attraverso la mediazione delle strutture umanitarie più che con i blitz. Questo ha generato in più di un'occasione momenti di frizione tra l'Italia e la Gran Bretagna e gli Stati uniti, come ad esempio è accaduto con i tre operatori di Emergency rapiti in Afghanistan». Questa volta, in Nigeria, cosa è andato storto? «Ci deve essere stato un incidente. Adesso bisogna solo capire se si è trattato di un incidente politico o sul campo. Londra ci deve delle spiegazioni I nostri servizi solitamente lavorano bene».

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