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Il ministro della salute Balduzzi: «Bisogna tenere alta la guardia»

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Ilministro della Salute Renato Balduzzi ha elogiato «l'operazione dei Carabinieri del Nas e della Guardia di Finanza» che «conferma l'esistenza di aree di illegalità e corruzione all'interno delle strutture del servizio sanitario nazionale. L'operazione di Napoli è emblematica - dice il ministro - perché ha permesso di far luce su una rete preoccupante di medici, paramedici e amministratori sanitari e assicurare alla giustizia professionisti che hanno inquinato le relazione tra medico e paziente costruendo un sistema di illegalità nelle prestazioni sanitarie in regime di intramoenia». Secondo Balduzzi esiste «un sistema di controllo diffuso e raffinato che permette di colpire il malaffare: chi non rispetta le regole ruba la salute ai cittadini, oltre che le risorse al Sistema sanitario nazionale». Il senatore del Pd Ignazio Marino, presidente della commissione d'inchiesta sul servizio sanitario, sostiene che «se saranno confermati i fatti, si tratta di una vicenda vergognosa». E non perde l'occasione per ribadire la necessità di applicare subito la legge sulla libera professione intramoenia: «Si sta permettendo da troppo tempo a pochissimi medici meno virtuosi di fare dieci prestazioni negli ospedali pubblici e cento nel proprio studio o nella propria clinica privata, a scapito dell'universalità di accesso alle cure garantita dal nostro Servizio Sanitario - afferma - Il tutto favorito dalla mancanza di controlli sistematici, pressochè impossibili in strutture private. La legge 120 prevede che gli operatori sanitari abbiano la possibilità di svolgere la libera professione all'interno dell'ospedale, al di fuori dell'orario di lavoro e garantendo un numero di prestazioni non superiori a quelle offerte quando sono in servizio. Così non solo si potrebbe assicurare ai pazienti la continuità di cura e la presenza costante del medico in ospedale, riducendo sensibilmente le liste di attesa; ma il medico potrebbe anche mantenere il diritto alla libera professione, con i vantaggi economici che ne derivano», aggiunge Marino. Per il senatore «è chiaro che questa prospettiva è quantomai lontana in alcune Regioni, tra cui la Campania, che non hanno neppure immaginato di adeguarsi alla legge». A Marino replica Franco Verde, primario del Cardarelli e segretario provinciale di Napoli dell'Anaao Assomed: «Siamo storditi da una vicenda dolorosa e traumatica, qui ognuno fa il suo dovere. C'è piena fiducia nella magistratura, ma va verificata la fondatezza di ogni accusa. Marino non faccia demagogia sull'intramoenia - attacca - non mandi al macello i medici. Prima di far partire la legge a regime si mettano a disposizione spazi e strutture. Ogni primario abbia riservato il 10% dei posti letti assegnati per l'intramoenia». Sulla necessità di rivedere l'intera normativa sulla libera professione concorda Giovanni Monchiero, presidente della Federazione Italiana Aziende Sanitarie ed Ospedaliere: «Il Governo, un paio di settimane fa, aveva ribadito l'intenzione di non prorogare la possibilità di esercitare la libera professione in studi e cliniche private a partire dal 30 giugno prossimo. Restano però irrisolti i problemi correlati all'esercizio dell'intramoenia, soprattutto quello di far capire ai cittadini perché per avere una visita gratis puoi aspettare mesi e pagando la si ottiene il giorno dopo. Credo sia giunto il momento di ripensare l'istituto, senza ipocrisie, ricordando che si tratta di un diritto riconosciuto ai medici per garantire loro guadagni adeguati ed evitare che i migliori siano tentati di abbandonare le strutture pubbliche». A. A.

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