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Ma Silvio ha già vinto comunque

Silvio Berlusconi

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Silvio Berlusconi non è preoccupato più di tanto dall'esito della sentenza di oggi. Che prevedibilmente sarà di condanna. Perché il Cavaliere sa che comunque vada il processo andrà prescritto in secondo grado. Quel che invece gli è insopportabile è il fatto che verrà data la possibilità ai giudici del tribunale di Milano di pronunciare nella possibile sentenza contro di lui una serie di accuse che faranno il giro di tutti i media, sia italiani sia esteri. Un «bagno» di notorietà, in negativo, che Berlusconi avrebbe voluto evitare. E contro il quale sa di poter fare ben poco. Questa volta non ha la possibilità di «incidere» sulla vita politica, di rovesciare il tavolo come avrebbe potuto fare altre volte quando si è sentito attaccato dai magistrati. Quando era presidente del Consiglio davanti agli interventi della magistratura ha spesso pensato di lasciare palazzo Chigi e presentarsi ai cittadini per chiedere il voto e sentirsi rinnovare la fiducia. Nonostante tutto e nonostante tutti. Lo hanno frenato, più volte, solo i consigli di Gianni Letta. Stavolta invece è diverso. Non è più presidente del Consiglio e non può di conseguenza dimettersi. Ma non può neppure far saltare il governo Monti togliendogli l'appoggio del Pdl. In un momento come questo sarebbe disastroso per l'economia italiana e per l'immagine che daremmo all'estero. Soprattutto agli investitori e al mondo della finanza che ci tiene sotto osservazione. E su questo argomento Berlusconi ha già dimostrato, facendo un passo indietro a novembre, di avere un notevole senso di responsabilità. Inoltre, con gli attuali sondaggi, portare il Pdl al voto significherebbe andare incontro a una sconfitta probabilmente già scritta. Berlusconi lo sa bene tanto è vero che ha anche lanciato l'idea di un Monti bis dopo il 2013. E gli ha assicurato un appoggio «leale» fino alla fine della legislatura. Così, per la prima volta, Berlusconi dovrà dunque subire senza poter reagire come vorrebbe in caso di condanna. Certo si alzerà notevolmente nei prossimi giorni il livello di nervosismo tra il Pdl e gli altri partiti che sostengono il governo. Con il Pd ma soprattutto parte del Terzo Polo, in particolare Fli. E questo potrebbe creare qualche problema anche a Monti. A Berlusconi resterà la possibilità di raccontare di un processo che se lo condannerà lo farà per una vicenda di dodici anni fa e con il presunto corrotto che lo ha più volte scagionato. E potrà denunciare un accanimento giudiziario – come sostengono nel Pdl – nei confronti di un presidente del Consiglio che nel frattempo si è anche dimesso dall'incarico. L'occasione di «sfogarsi» potrebbe essere la platea del congresso comunale del Pdl di Milano il 3 marzo dove l'ex premier avrebbe promesso di intervenire. «Quello dei magistrati sarà comunque un esercizio inutile – commenta Andrea Augello, senatore del Pdl – Berlusconi ha già vinto perché il processo andrà in prescrizione. Sarà solo una figuraccia per la magistratura». Ma il Cavaliere avrebbe soprattutto voluto evitare la sua di figuraccia.

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