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A Imola arriva Stefano. Cisl e Uil boicottano l'incontro

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Succedea Imola dove il responsabile Economico del Pd, questa sera, parteciperà ad un'iniziativa assieme ai vertici locali del partito e al collega Massimo Marchignoli sul tema «Il valore del lavoro, i diritti dei lavoratori». L'invito è chiaro. In basso a destra, scritto in piccolo, si può leggere: «Porteranno il loro contributo al dibatitto i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil e il Tavolo delle imprese». Così non sarà. La Cgil è infatti rimasta sola. Merito di Fassina e della sua scelta di partecipare al corteo Fiom del 9 marzo. Certo, ieri il deputato ha accennato una marcia indietro affidando alla segreteria del Pd il compito di districare la matassa, ma ormai è tardi. Il segretario generale della Cisl Imola Dario Francesconi e quello della Uil Paolo Liverani hanno infatti inviato una lettera al segretario democratico Fabrizio Castellari declinando l'invito a partecipare. Il testo è stato messo su Twitter da Stefano Franceschelli (@bragheditela) e rilanciato sul proprio blog dal giornalista del Foglio Claudio Cerasa. «Riteniamo doveroso - scrivono - sgombrare il campo da ogni possibile ipocrisia, quando da un lato si proclama l'intenzione di lavorare per l'unità del sindacato per sconfiggere "il virus berlusconiano che voleva dividerlo" mentre dall'altro si sceglie di appoggiare e sostenere iniziative di mobilitazione aventi l'obiettivo dichiarato di far saltare il tavolo di confronto sulla riforma del mercato del lavoro, che Cgil, Cisl e Uil unitariamente stanno portando avanti con il Governo, ci porta a definire inutile il nostro contributo al Vostro dibattito». Ogni riferimento a Fassina è ovviamente voluto. «Mi sembra abbastanza evidente - spiega Francesconi contattato telefonicamente - l'insofferenza verso il responsabile Economico di uno dei partiti della maggioranza che, nel momento in cui si sta portando avanti una trattativa difficile su un tema così delicato, scende in piazza con un'organizzazione che tenta in tutti i modi di far fallire quell'accordo. È un bel problema. E non è sufficiente ciò che dice Pier Luigi Bersani quando spiega che il Pd potrebbe non votare la riforma del lavoro qualora non ci fosse un'intesa tra governo e parti sociali. Quello è un problema politico». Per Francesconi, invece, la questione va ben oltre le strategie parlamentari: «Un partito riformista dovrebbe aiutare la trattativa e non cedere alle demagogie». In ogni caso, il segretario generale imolese conferma che stasera Cisl e Uil non saranno presenti all'incontro: «In questa zona dove il senso di appartenenza è stato sempre molto forte i rapporti con la Cgil sono sempre stati "normali". Noi stasera non andremo, vorrà dire che se la suoneranno e se la canteranno da soli». Insomma, dalla Romagna, terra storicamente "amica" dei Democratici, non arrivano buone notizie per Bersani che, ancora una volta, si trova in mezzo alla faida tra l'ala sinistra del sindacato (e del suo partito) e quella più moderata. E l'impressione è che una piccola scossa a Imola possa presto diventare un terremoto a Roma. Nic. Imb.

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