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I parlamentari chiedono di applicare subito il tetto allo stipendio dei manager pubblici

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Achiederlo sono stati oggi i componenti delle commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera che, al tempo stesso, hanno sollecitato il ministero dell'Economia a fornire in tempi brevi i dati sugli stipendi dei manager pubblici interessati dalla misura del dl «salva-Italia». Il capogruppo del Pd in commissione Affari costituzionali di Montecitorio, Gianclaudio Bressa, afferma: «Vogliamo che venga data immediata attuazione alla norma che introduce un tetto agli stipendi dei manager pubblici». Mentre è l'ex Pdl Santo Versace oggi Api ad aver scritto una lettera aperta ai parlamentari italiani perché «sia reso al piu» presto il parere delle commissioni di Camera e Senato al Dpcm del Governo Monti che taglia gli stipendi ai manager pubblici, in modo da poter applicare con urgenza questa normativa in tutti i suoi aspetti a tutti i dipendenti pubblici ed a tutti i manager di società pubbliche non quotate in borsa». Ma mentre i parlamentari discutono emerge che sono ancora quattro i nodi da sciogliere per lo schema di decreto del governo che riduce gli stipendi dei vertici della Pubblica Amministrazione: la platea degli interessati, le deroghe per posizioni apicali, la concreta efficacia dell'applicazione della norma e anche l'ammontare del «tetto». E dovranno essere superati per una ripresa dell'iter del provvedimento. E proprio sull'entità del tetto ci sono delle incertezze. Nel provvedimento del governo si parla del trattamento economico del primo presidente della Corte di Cassazione che viene usato come punto di riferimento, di 304.951,95. Ieri, invece, in Commissione, il ministro Patroni Griffi ha detto che il tetto massimo per gli stipendi dei dirigenti della Pubblica Amministrazione non può sforare i 294 mila euro.

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