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Dialogo in salita su cigs e indennità di disoccupazione

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Sindacatie Confindustria che ieri hanno incontrato di nuovo il ministro del Lavoro Fornero, hanno ripetuto il no all'ipotesi del governo di ridurre la cassa integrazione straordinaria dando più spazio al sussidio di disoccupazione. Anche se il riordino degli ammortizzatori sociali dovrebbe diventare operativo nell'autunno del prossimo anno, il Paese non sarebbe ancora uscito dalla crisi e non potrebbe permettersi una riduzione delle tutele, obiettano sindacati e Confindustria. C'è anche la questione delle risorse che, ha ribadito il ministro, non possono essere aumentate. Non solo. Ieri Fornero ha anche proposto di legare i contributi figurativi nella cassa integrazione e nell'indennità di disoccupazione alle indennità stesse e non alla retribuzione. Anche su questo punto no secco dei sindacati. Dice Bonanni leader della Cisl: «L'indennità di disoccupazione nel suo apice è al 60% della retribuzione mentre la cig, sempre al suo apice, è all'80% della retribuzione». Il sistema di tutele a cui punta Fornero è basato su due pilastri: cassa integrazione utilizzata solo nei casi di rientro del lavoratore in azienda ed estesa anche al sistema del credito, alle assicurazioni e al commercio sotto i 50 dipendenti; un sussidio di disoccupazione rafforzato e collegato agli anni di contribuzione e per tutti i settori in sostituzione della cigs in alcuni casi e dell'indennità di mobilità.I sindacati sono scettici sulla possibilità di arrivare a un accordo entro marzo giacchè, come ha detto il leader della Cgil, Camusso, «ci sono più interrogativi che certezze». La tabella di marcia prevede un altro incontro giovedì prossimo. Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha detto di condividere la posizione del governo, ovvero «sentire le parti ma poi andare avanti». Ma i problemi non sono solo con il sindacato. Il Pd è spaccato sull'articolo 18 dopo che Veltroni ha aperto alla riforma. Bersani non ha voluto aprire polemiche dirette, ma incontrando i segretari provinciali e regionali del partito ha indicato nella lotta al precariato la vera priorità del Pd. Di articolo 18, ha ricordato, «abbiamo già discusso tanto, è inutile martoriarsi».

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