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La Polverini: quei medici hanno salvato delle vite

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LaRegione è insomma in tutto e per tutto schierata al fianco del direttore generale del San Camillo Forlanini, Aldo Morrone: «Sta procedendo per le vie legali per tutelare l'onorabilità e la professionalità della struttura e di chi vi opera. Andiamo avanti così, è una struttura di eccellenza». «L'intervento di quel medico - aggiunge la Polverini riferendosi alla foto del paziente curato in terra - ha salvato la vita di una persona, quando ci si affida a un medico che ha la responsabilità e questo agisce secondo le sue intenzioni, dando prontezza al suo intervento. Se la signora adesso è nel reparto di cardiologia vuol dire che l'intervento è stato tempestivo ed efficiente». Morrone non è invece stupito dell'apertura dell'inchiesta da parte dei pm: «Ho chiesto di essere ricevuto in Procura. Ho dato la mia totale disponibilità, sono pronto a collaborare a 360 gradi. Al San Camillo non ci sono assolutamente i problemi denunciati nei giorni scorsi. Le persone che in centinaia scelgono ogni giorno quest'ospedale lo fanno anche per la professionalità dei medici e delle strutture che dispone». Il problema del San Camillo «nasce anche dalle lunghe liste d'attesa, create talvolta in modo non appropriato. Facendo lavorare 7 giorni su 7 una struttura ospedaliera e non solo su 5 giorni, le cose possono migliorare. Oggi ricoveriamo il 15% degli accessi al pronto soccorso, mentre il 4% rifiuta il ricovero. C'è un 75-80% di accessi impropri. Codici bianchi e verdi che dovrebbero essere gestiti sul territorio. Per il pronto soccorso abbiamo già trovato altri spazi e ci stiamo attrezzando per avere 19 posti letto in più. Occorrono strutture territoriali alternative. Il filtro sul territorio al momento è insufficiente». Il dg del Policlinico Tor Vergata Enrico Bollero invece dice: «Sono assolutamente tranquillo dell'operato del personale, ma è giusto che la Procura faccia le sue indagini. La situazione di criticità non è solo per Tor Vergata o San Camillo, perché l'80% degli accessi ai Pronto soccorso è composto da persone che arrivano con la propria macchina. Questo vuol dire che qualcosa nel sistema non funziona e che c'è una forte inappropriatezza nell'utilizzo dei dipartimenti d'emergenza. Il polverone di questi giorni ci pone davanti al problema della sostenibilità del sistema, che evidenzia tutti i suoi limiti».

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