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Il Pdl sta con Alfano: "Il candidato è lui"

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Il segretario del Pdl Angelino Alfano

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Incarnano i due spezzoni del partito, quello del Nord e quello del Sud. Ma ieri Angelino Alfano, il segretario che per una buona parte del Pdl è il candidato naturale alla successione di Berlusconi non ha «abboccato» alla provocazione del suo amico presidente della Regione Lombardia che ha lanciato l'idea di far correre il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera alle primarie del Pdl. Anzi, ha aperto le porte alla proposta, intervenendo alla trasmissione «Che Tempo che fa» su Raitre: «Le considerazioni di Formigoni sono corrette perché iscrivendosi al partito e partecipando alla dinamica democratica delle primarie Passera può candidarsi». Però si è riservato una chiusura «velenosa» verso il Governatore: «La vera notizia è che non si candida più Formigoni alle primarie e per noi è una perdita ma può essere un guadagno per la Regione Lombardia». Immediata la replica del presidente della Regione che ha comunque evitato ogni polemica: «Il Pdl si dimostra nei suoi massimi dirigenti un partito aperto e plurale. E Angelino Alfano si conferma un grande segretario». Ma per quanto riguarda le primarie l'ex Guardasigilli ha «giocato» a nascondersi, spiegando di non aver ancora deciso se presentarsi: «Oggi sono il segretario del Pdl e devo dimostrare di fare bene questo lavoro. E poi non sono un uomo di ambizioni da bava alla bocca». Poi ha sottolineato di essere «onorato di avere la fiducia di Berlusconi» ma che comunque il candidato premier per le prossime elezioni «non sarà scelto con la spada appoggiata sulla spalla di qualcuno ma lo faremo con un grande slancio democratico». Su una cosa però il segretario del Pdl ci tiene ad essere chiaro: evitare di «tirare per la giacca» il presidente del Consiglio: «Come profilassi nei confronti del governo sconsiglio a tutti di candidare Monti - sottolinea - lui stesso credo ambisca a non essere candidato». Poi una frecciata al Carroccio in vista delle alleanze per le prossime amministrative: «La Lega ci critica per il fatto che noi sosteniamo il governo Monti ma se come partito dovessimo pagare questo conto per il bene dell'Italia lo pagheremo perché siamo convinti di aver fatto la scelta giusta per il paese e l'Italia merita anche il piccolo sacrificio di un partito». «La Lega è nostro alleato in regioni importanti come Piemonte, Veneto e Lombardia – ha proseguito – in numerose province e comuni e quindi per noi non c'è alcuna preclusione nei loro confronti». Nell'intervista di Fabio Fazio non poteva mancare una domanda sul caso Mills. «I giudici – ha risposto – stanno facendo un inseguimento per arrivare a una condanna che non sarebbe valevole perché si prescriverebbe. Nessuno è ancora riuscito a spiegare perché fino a 58 anni Berlusconi non ha avuto problemi giudiziari e da 58 a 73 sì. È un busillis di cui dovranno occuparsi gli storici, la risposta che ci siamo dati noi è che si tratta di una persecuzione». E sul rapporto tra politica e magistratura Alfano ha spiegato che «noi dobbiamo fare più attenzione a chi candidiamo ma i magistrati devono fare più attenzione a chi indagano. La politica deve sgranare gli occhi ma i magistrati devono provare di non avere i paraocchi». Ma la notizia che ha più agitato il Pdl è stata quella delal candidatura di Corrado Passera. Il messaggio lanciato da Alfano, e condiviso dalla maggioranza del suo partito, è che alle prossime elezioni la «palla» torni nel campo della politica. Dietro la levata di scudi contro la discesa in campo di Corrado Passera si nasconde la preoccupazione, che circola dentro il Pdl, che nelle file dei partiti che sostengono il governo l'idea di ripetere l'esperienza Monti anche per le elezioni del 2013, e cioè una grande coalizione intorno ad un tecnico, possa essere tutto sommato una strada percorribile. A stoppare «l'ipotesi Passera» ci sono innanzitutto gli ex An. «Nella vita tutto è possibile – mette in chiaro Ignazio La Russa – ma grazie a Dio noi abbiamo Alfano che ha dimostrato di saper affrontare ogni battaglia». Al coordinatore del Pdl fa eco Altero Matteoli: «Se Berlusconi dovesse rinunciare a candidarsi il nostro candidato è Alfano», taglia corto l'ex ministro per le Infrastrutture, mentre Giorgia Meloni è ancora più diretta: «Candidare un banchiere? - domanda - bell'epilogo per un movimento popolare». La «bocciatura» per l'ex consigliere delegato di Banca Intesa però arriva anche dalle file dell'ex Forza Italia: «Non vedo la necessità di "papi" stranieri per cui sostengo Alfano senza se senza ma», afferma deciso Fabrizio Cicchitto, mentre Sandro Bondi bolla le parole di Formigoni come «ipotesi fantasiose». Chiama in causa il governatore della Lombardia anche il vice presidente della Camera Antonio Leone: «Passera candidato? è l'auspicio solo di Formigoni». Prova a gettare acqua sul fuoco l'ex ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelimini spiegando che le parole del presidente della Lombardia «sono state fraintese»: perché Formigoni – spiega – «conferma che il candidato del Pdl è il segretario Alfano. Nel contempo richiama la natura aperta del partito e la possibilità che anche Passera si candidi alle primarie». Pa. Zap.

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