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Contro la noia la rivincita dei giovani

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i.Hanno aspettato pazientemente il loro momento, saltando non solo i pasti ma anche le prove del martedì. Ma sono la vera nota positiva del Festival. Lontani dalle polemiche e dalle provocazioni, i giovani di Sanremo hanno fatto meglio dei loro corrispettivi anziani. Non siamo gli unici a essere delusi di fronte alle note «stonate» di molti cantanti in gara. Anche i più navigati. A parte l'intensa interpretazione di Noemi, il misticismo di Eugenio Finardi e la superfavorita Emma Marrone, qualcuno mi sa canticchiare almeno un motivo di quelli passati finora sotto i riflettori? Testi banali e soluzioni melodiche trite e ritrite completano il quadro. Allora viva la freschezza e la sincerità delle nuove leve. Dal talento cristallino di Erica Mou, arrivata all'Ariston dalle scuderie di Caterina Caselli per lasciare il segno. Comunque vada. «Nella vasca da bagno del tempo» la immagina più vecchia. Si guarda indietro e fa finta di aver attraversato già tutta una vita. Fino a quello che si candidava a diventare il tormentone del Festival. Quella «Carlo» di Celeste Gaia che, nonostante la prematura eliminazione, resta in testa più di qualunque altro brano ascoltato all'Ariston. E poi ci sono Alessandro Casillo e Giordana Angi, Giulia Anania e i Bidiel, Iohosemprevoglia e Marco Guazzone. Alcuni di loro sono arrivati a Sanremo senza casa discografica, senza contratti, senza santi in Paradiso. Ma con la voglia di fare bene. Con la verità in tasca. Meglio di tante star imbolsite e riesumate dalla naftalina giusto per l'occasione. Viva la faccia.

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