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Gli irriducibili della pensione vanno avanti. E Molgora ci ripensa

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Quelricorso non lo ritiro. Questa storia è una montatura. Maroni parlerà a titolo personale. Nessuno del movimento si è mai pronunciato per la mia espulsione». Lo ha detto il presidente della Provincia di Brescia, Daniele Molgora, l'onorevole leghista che si era opposto al taglio dei vitalizi dei parlamentari («È solo un taglio di facciata che non consente risparmi reali. O i tagli sono per tutti o non ritiro il ricorso»). Molgora ha così risposto alla presa di posizione di Maroni, a Brescia a un convegno dell'associazione artigiani, dove a margine ha ribadito la sua contrarietà al ricorso del deputato collega di partito. Maroni non si arrende: «Io sono contrario e poi non sono 16 i leghisti ad aver fatto ricorso, ma due. Ma, al di là del numero io penso che in un momento in cui si chiedono sacrifici i parlamentari debbano essere i primi a farli. Penso che la decisione di Molgora sia sbagliata, gliel'ho detto e spero che ritiri il ricorso». Ha fatto un passo indietro, invece, il deputato del Pdl Giorgio Jannone. Mentre Roberto Rosso (Pdl), ancora in carica, ha chiarito di essere determinato ad andare avanti per ottenere il vitalizio. Restano gli altri 23, tutti ex, che hanno fatto ricorso al Consiglio di giurisdizione di Montecitorio contro il passaggio al sistema pensionistico contributivo e per ottenere il vitalizio a 50 anni e non a 65 come previsto dalle norme approvate pochi mesi fa (60 anni nel caso di più mandati). Tanti sono stati eletti con la Lega. Eccoli: Paola Martinelli e Emanuela Cabrini, elette nelle liste di Forza Italia nella XII legislatura, con il primo governo Berlusconi. Elisabetta Castellazzi, della Lega Nord, invece, ha fatto il suo primo ingresso alla Camera nel '92. Mentre Franca Valenti, leghista, è approdata a Montecitorio nel '94, poi è passata con la Lega italiana federalista, infine nel gruppo Misto. Roberta Pizzicara, eletta con il Carroccio nel '94. Stesso percorso compiuto da Diana Battaggia e Salvatore Bellomi. Enrico Cavaliere ha due legislature alle spalle, la XII e la XIII, leghista. Poi c'è Oreste Rossi, deputato per tre legislature con la Lega. Tra l'altro attualmente è europarlamentare. Alberto Maria Bosisio, leghista, è stato eletto deputato nella XII legislatura. Stesso discorso per Francesco Stroili, mentre il collega di partito Edouard Ballaman ha alle spalle tre mandati alla Camera. Tra quelli che hanno fatto ricorso c'è anche Flavio Bonafini (Lega), mentre Michele Cappella era stato eletto nelle liste degli allora Democratici di sinistra con l'Ulivo, così come Antonio Borrometi, ma per i Popolari democratici. C'è anche Ugo Malagnino, ex Ds. Leghista anche Fabio Padovan. Nell'elenco compare pure un deputato di Rifondazione comunista, Martino Dorigo (XI e XII legislatura alla Camera). Ancora un leghista, Roberto Asquini. Domenico Basile, invece, è stato eletto nella XII legislatura nelle liste di Alleanza nazionale, come il collega Daniele Franz. Infine ci sono il leghista Giulio Arrighini e Adriano Paroli, eletto nel 2008 nelle liste Pdl, il cui mandato è cessato a gennaio 2012 dopo aver scelto di mantenere la carica di sindaco di Brescia. Ora la parola passerà al Consiglio di giurisdizione di Montecitorio, presieduto dall'avvocato e deputato Giuseppe Consolo (Fli), e in cui siedono anche Ignazio Abrignani (Pdl) e Tino Iannuzzi (Pd). Alcuni giorni fa hanno preso visione dei ricorsi e fissato l'udienza pubblica di trattazione delle cause a mercoledì 18 aprile, alle 13.30 (le norme prevedono infatti che prima dell'inizio del provedimento trascorrano 60 giorni). T. B.

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