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L'altolà di Bersani: "Siamo leali ma Monti non ci prenda in giro"

Il segretario del Pd Pierluigi Bersani e il presidente del Consiglio Mario Monti

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«Siamo leali, sosteniamo il governo, ma non ci lasciamo prendere in giro». Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, non ci sta. Impegnato a Piacenza per le primarie, non risparmia la stoccata al premier Monti. Sono passati alcuni provvedimenti, ricorda, «con meccanismo di vecchia maggioranza, anche contro le indicazioni del governo stesso: questo è un problema». Il numero uno dei Democratici si riferisce a «un colpo di mano sulle nomine Rai, una norma anti-magistrati e degli emendamenti al Senato sulle liberalizzazioni». E sul lavoro Bersani osserva: «Noi come Pd le nostre proposte le abbiamo consegnate al Parlamento e a quel tavolo vigileremo su quel che accade e nessuno interferisca, tutti quanti debbono sottolineare che non abbiamo bisogno di tensioni, divisioni, di fasi di rottura in un anno difficilissimo». Poi si sofferma sui giovani: «La richiesta di ringiovanimento nel Pd è legittima - ammette - ma noi abbiamo già tanti giovani nelle liste e nelle amministrazioni». Il problema è delle tv, sostiene: bisogna convincerle «a far vedere qualcuno dei nostri giovani».   Le parole di Bersani sul governo Monti non piacciono al centrodestra, che reagisce. «Bersani parla come se avesse vinto le elezioni e se questo governo fosse di sua proprietà» attacca il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. «Bersani - fa eco il capogruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri - ci intima di darci una regolata? Cambi tono. Non è il capoclasse. Nel merito gli diciamo: sul lavoro giustamente si sentono le parti sociali, in primis i sindacati, e sulle liberalizzazioni si dovrebbero lasciare intatti carrozzoni rossi dei servizi pubblici locali e non ascoltare le categorie? Non si può. Sulla giustizia deputati di destra, centro e sinistra votano per la responsabilità civile dei giudici e il Senato dovrebbe cancellare la scelta? La valuteremo nel merito, ma il principio resterà. Sulla Rai Bersani istiga a scelte incostituzionali e noi dovremmo convenire? Non esiste. Il Parlamento ha poteri scanditi dalla Corte costituzionale. Chi li viola va davanti al giudice. Quindi si lavori sui problemi, ci si confronti su riforme e legge elettorale. Per il resto Bersani si dia una regolata».   La senatrice del Pdl Simona Vicari, relatrice del provedimento sulle liberalizzazioni a Palazzo Madama, entra nel merito: «Bersani forse si è sbagliato. Sul decreto legge riguardante le liberalizzazioni non è stato ancora presentato alcun emendamento e il termine per la loro presentazione scade a fine settimana. In Commissione stiamo lavorando con grande intensità e armonia. Piuttosto Bersani collabori a creare quel clima positivo, che è fondamentale per varare velocemente e bene un provvedimento così strategico per il futuro dell'Italia», conclude. Due giorni fa era stato il coordinatore nazionale del Pid, Giuseppe Gianni, ad aprire le danze: «Non vorremmo che dietro il continuo stigmatizzare da parte di Bersani il possibile ritorno a vecchie maggioranze Pdl-Lega non solo sulla responsabilità civile dei magistrati, ma anche per quanto riguarda la Rai, ci sia in realtà l'esistenza di un ragionamento "compensativo" già avviato dal Pd con la dg Lorenza Lei per mettere tutto a tacere sulla Rai stile inciucio da Prima Repubblica». La capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, fa quadrato: «Le parole di Pier Luigi Bersani sul sostegno al governo Monti non possono essere in alcun modo giudicate arroganti». E insiste: «La situazione del Paese è delicata e quelle forze che hanno deciso di sostenere il governo Monti, insieme con equilibrio e attenzione, mettendo da parte la propaganda e i meri interessi di parte, devono agire con responsabilità. Le dichiarazioni e le interviste sono le benvenute ma quello che decide sono i comportamenti concreti in Parlamento e nel Paese. E allora crediamo ci debba essere corrispondenza tra le parole e i fatti. E ultimamente non sempre abbiamo visto questa corrispondenza tra parole e comportamenti da parte del Pdl. E le parole di Bersani erano appunto un appello alla responsabilità dei comportamenti. Non è dovere solo di qualcuno la sostenibilità di questo quadro poltico» conclude la Finocchiaro. Insomma, gira o rigira, le parole di Bersani sarebbero una reazione ai comportamenti del Pdl.

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