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Bonanni: il governo sia più cauto

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Le reazioni Il leader della Cisl: non si dia un'esca agli estremisti Angeletti: pronti ad accelerare. Confindustria: reintegro se discriminati

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Ilsindacato non ci sta a farsi mettere nell'angolo o a subire ultimatum. Se sulla previdenza ha dovuto ingoiare un decreto blindato, sulla riforma del lavoro non intende sottoscrivere cambiali in bianco. Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni quindi non le ha mandate a dire. Cautela sull'articolo 18, ha messo in chiaro, e poi: noi tratteremo fino alla fine ma anche il governo non aizzi lo scontro. Per parte nostra non daremo l'esca a nessun estremista. Il leader sindacale ha comunque riconosciuto che questa volta «le premesse sono migliori. Sono piu chiari i temi sul tavolo». Ma sui tempi ritiene che «la discussione continuerà per circa un mese». Probabilmente la prossima settimana ci sarà un nuovo incontro con il governo. Nel frattempo le parti sociali «potranno tentare di organizzare proposte, risposte, soluzioni». Il leader della Uil Angeletti risponde alla fretta del ministro Fornero. «Siamo pronti per chiudere questa cavolo di trattativa anche domattina, non abbiamo problemi, siamo pronti a dimostrare che facciamo accordi». E poi: «abbiamno ricordato al governo, ed è stato un autentico coro, anche con molti rappresentanti delle imprese, che la creazione di posti di lavoro non si ottiene purtroppo attraverso una modifica, banale o complessa, delle norme sul mercato del lavoro, se così fosse, la disoccupazione nel mondo non esisterebbe». Infine Sull'articolo 18 «non abbiamo totem, abbiamo delle ragioni». E spiega: per licenziare qualcuno ci deve essere un giustificato motivo. Se invece l'azienda non riesce a dire perchè licenzia siamo di fronte a soprusi o di discriminazioni. Il leader della Cgil Susanna Camusso lancia la sfida al governo: diamo per buono che dice di lavorare per fare l'accordo. Noi partiamo da qui. Sarà un problema loro spiegare se invece cambiano idea. Quindi la sindacalista ha sottolineato «il diverso atteggiamento del ministro sulla cassa integrazione». Infine una stoccata alla Confindustia che «si fa prendere la mano sull'idea che si possano avere delle scorciatoie sui licenziamenti. Suggerirei di non continuare a riferirsi ad altri Paesi. Il problema che abbiamo non è quello dei licenziamenti». Il presidente dell'associazione degli industriali, Emma Marcegaglia, presente al tavolo di palazzo Chigi con il direttore generale Galli, però insiste: vVorremmo che si arrivasse a questa formulazione: reintegro per tutti i casi di licenziamento discriminatorio, negli altri casi ci deve essere una indennità di licenziamento. Il numero uno di Confindustria ha sottolineato che «la flessibilità in uscita è un tema importante, che non affrontiamo in termini ideologici, però pensiamo che il tema del reintegro deve valere e in modo molto chiaro per tutti i casi di atteggiamenti discriminatori o per i casi in cui oggi la legge dice che è nullo».Per Marcegaglia «la reintegra vale per tutti i casi di licenziamento discriminatorio e per tutti gli altri casi ci deve essere un'indennità di licenziamento». L.D.P.

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