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Lusi: restituirò i soldi. I pm non ci credono

Pier Luigi Bersani (S) e Luigi Lusi in una foto del 2008 presa dal suo sito ufficiale

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Avrebbe ammesso di aver sottratto 13 milioni di euro dalle casse della Margherita. Si sarebbe poi reso disponibile a restituire il bottino del partito confluito nel Pd nell'ottobre del 2007. E alla fine, anche a patteggiare la pena con l'accusa di appropriazione indebita. Ma l'ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi, per la procura di Roma, non sarebbe in grado di restituire tutti i soldi che ha prelevato dalle casse del suo partito. Tanto che gli inquirenti sono in attesa di verificare quali siano le garanzie che potrebbe fornire l'indagato circa la restituzione delle somme. Se questo non dovesse accadere, gli inquirenti della Capitale potrebbero prendere la decisone di sequestrare i suoi beni. Anche sulla scelta di Lusi di patteggiare la pena non è stata ancora messa la parola fine, poiché il procuratore aggiunto di Roma Alberto Caperna e il pubblico ministero Stefano Pesci dovranno valutare la pena che sarà avanzata dai suoi legali. I soldi il senatore Pd Luigi Lusi li avrebbe cominciati a sottrarre nel gennaio 2008 fino all'estate del 2011. Con alcuni ha acquistato un appartamento nel cuore della Capitale, in via Monserrato, a due passi da piazza Farnese e da piazza Campo de' Fiori (pagato 1,9 milioni di euro) e una villa a Genzano, dove abita e dove ha anche creato il suo studio legale. Il resto del denaro, secondo le indagini della Guardia di Finanza, sarebbero stato investito in società canadesi: risultano agli atti 90 bonifici su un conto corrente intestato alla società «Ttt srl», riconducibile allo stesso Lusi, che il 25 gennaio si è dimesso da tesoriere. Nell'indagine della procura romana non sarebbero emerse responsabilità a carico dell'ex leader della Margherita, Francesco Rutelli, che aveva la co-delega a gestire i fondi finiti nel mirino della magistratura. Il presidente dell'Api, comunque, ha già affermato di essere all'oscuro di quanto faceva Lusi, suo fedelissimo nel partito, al quale era stata data la delega in via esclusiva alla gestione dei fondi della Margherita. «Siamo incazzati e addolorati - ha detto Rutelli - la Margherita intende recuperare tutto il maltolto». È stato lo stesso leader dell'Api Rutelli a sollecitare Lusi «a presentarsi dai magistrati il 17 gennaio - spiegano lo stesso Rutelli, Enzo Bianco e Gianpiero Bocci». E ancora: «Il 16 gennaio scorso Rutelli è stato sentito dai pm circa alcune operazioni finanziarie su cui si era appuntata l'attenzione della Finanza e di Bankitalia giudicate anomale - scrivono i tre parlamentari - completamente all'oscuro di quei fatti, Rutelli ha chiesto al tesoriere Lusi di recarsi immediatamente a fornire ogni informazione agli inquirenti, cosa avvenuta, in presenza del suo avvocato difensore, già l'indomani mattina. In quella sede, Lusi risulta aver ammesso pienamente le proprie responsabilità». Il 18 gennaio, inoltre, Rutelli si è costituito come parte offesa, in proprio e come presidente della Margherita, attraverso l'avvocato Titta Madia, nel procedimento penale». «Come Pd non facciamo sconti a nessuno come sempre. Le procedure verranno applicate rigorosamente», ha tuonato Pier Luigi Bersani. E il presidente della Commissione nazionale di Garanzia del Pd, Luigi Berlinguer, ha dichiarato di aver convocato la Commissione per svolgere tempestivamente l'istruttoria sulla vicenda del senatore Lusi. «La Commissione prenderà tutte le misure previste dallo Statuto e dal codice etico del Partito democratico».   Sulla vicenda è scesa in campo anche il presidente Anna Finocchiaro, chiedendo all'indagato, in una lettera, di dimettersi dal Gruppo del Pd e da tutti gli incarichi che, in ragione di tale appartenenza, ricopre a Palazzo Madama. Per quanto riguarda infine l'inchiesta, se Lusi non dovesse dare garanzie alla Margherita e la magistratura decidesse inoltre disporre il sequestro dei beni del senatore Pd, la procedura per ottenere la restituzione dei soldi diventerebbe molto più complessa. Tutto, dunque, dipenderà dallo stesso Lusi, da ciò che verrà stabilito dai legali dell'indagato e da quelli della Margherita. E non si esclude che il braccio di ferro possa proseguire anche davanti ai giudici del Tribunale civile.

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