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Accettata l'istanza di ricusare i giudici

Silvio Berlusconi

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La corsa contro il tempo del tribunale di Milano si fa sempre più difficile. La Corte d'appello ha giudicato ammissibile l'istanza di ricusazione presentata da Silvio Berlusconi nei confronti dei giudici del processo Mills. Parere contrario, invece, aveva dato l'avvocato della Procura generale Laura Bartolè Viale che aveva giudicato «inammissibile o da respingere» la richiesta, sostenendo che «dovere del giudice è portare a termine un processo prima del termine di prescrizione». «È un'istruttoria dibattimentale a senso unico in quanto consistita nell'audizione dei soli testimoni indicati dall'accusa», scrivono, invece, Niccolò Ghedini e Piero Longo nel documento presentato venerdì scorso e firmato dal Cav. «Assumere come imminente il decorso del termine di prescrizione del reato, rappresenta una pacifica anticipazione di giudizio» attaccano, scegliendo la via dello scontro frontale con i giudici della decima sezione penale del Tribunale di Milano davanti ai quali si sta celebrando il processo in cui l'ex capo del governo è imputato per corruzione in atti giudiziari. Da quanto si è saputo, i giudici, probabilmente già oggi, notificheranno alla difesa di Berlusconi la data della Camera di consiglio in cui le parti discuteranno l'istanza di ricusazione proposta dall'ex premier. L'udienza non si terrà, però, prima di metà febbraio perché il codice prevede che trascorrano almeno dieci giorni dalle notifiche. Questo tempo potrebbe perciò essere "fatale" per il processo. L'istanza di ricusazione, infatti, non sospende la prescrizione che continuerà a correre. È qui che inizia la guerra dei numeri. Sui tempi, infatti, non c'è ancora una parola definitiva. Quella che conta, alla fine, è quella dei giudici della decima sezione penale presso i quali è in corso il procedimento: per loro - a quanto si apprende - il processo si prescrive poco dopo la metà di febbraio, tra il 14 e il 17. Il collegio dà infatti «per scontato» che il giorno in cui è stato «consumato» il reato è l'«11 novembre del '99», come deciso dalla Cassazione nella sentenza a carico dell'avvocato inglese. Per la procura - invece - la prescrizione scatterebbe ad aprile e per fonti della Corte d'Appello addirittura a maggio. Per la difesa, infine, il reato sarebbe già prescritto (alcuni dicono addirittura che la dead line scatta proprio oggi). I difensori, infatti, hanno «ragioni in abbondanza per ritenere che la date della consumazione del reato (...) vada fissata in quella stabilita dalla contestazione originaria e cioè il 2 febbraio 1998». Quel che è certo è che il processo andrà avanti regolarmente (riprenderà già oggi con la testimonianza della consulente contabile del Cav, Monica Tavernari) fino alla camera di consiglio che però non può emettere sentenza. A quel punto, infatti, scatterà lo stop obbligato per legge in attesa del verdetto sulla ricusazione. Intanto è stata rinviata al prossimo 7 febbraio l'udienza del processo relativo al caso Bnl-Unipol, che vede il Cav imputato per la vicenda dell'ormai nota intercettazione Fassino-Consorte. L'ex premier ieri si è presentato al Palazzo di Giustizia per rendere dichiarazioni spontanee, ma il giudice ha rinviato per consentire che venisse celebrato il processo Ruby, che lo vede accusato di concussione e prostituzione minorile. Lì Berlusconi non si è presentato in aula. L'udienza è stata aggiornata al 10 febbraio prossimo.

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