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«Non stravolgeremo il decreto. Ma sui poteri forti bisogna intervenire»

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Facendoperò attenzione a non chiedere troppi sacrifici in un momento in cui siamo ancora nel bel mezzo di una tempesta economica. Andrea Augello, senatore del Pdl ed ex sottosegretario del governo Berlusconi, fa parte del gruppo di lavoro che sta studiando le modifiche al decreto del governo. Che dovranno essere comunque presentate in aula dopo una serie di consultazioni anche con l'esecutivo. «Prima ascoltiamo tutte le categorie – spiega – per capire quali sono i punti che possono essere migliorati, poi faremo un incontro con i ministri e con Monti e alla fine porteremo gli emendamenti con un testo che deve essere condiviso il più possibile anche con gli altri partiti». Al momento però le vostre critiche riguardano soprattutto le banche verso le quali sostenete che il governo sia stato un po' troppo «timido». «Sono settori dove Monti non ha inciso granché. Invece, se si vuole veramente lavorare per aumentare il Pil, le aree dove bisogna incidere sono quelle delle tariffe energetiche, dell'accesso al credito e dei costi delle assicurazioni. Tutti settori dove invece siamo un po' debolucci in quanto a liberalizzazione...». Nel decreto però si parla di scorporo della distribuzione dalla produzione di energia. «Sì ma il governo ha previsto di intervenire tra sei mesi con un altro strumento legislativo che stabilirà come fare questa divisione tra due anni. Questo è un articolo-annuncio ma non si concretizza in nulla. Oltretutto di un governo che ha un orizzonte di vita di un anno». Voi invece volete incidere più a fondo sui cosiddetti poteri forti. «Dobbiamo dare dei segnali che Monti non ha dato. Ma facendo attenzione perché il momento non è dei più felici. Non possiamo "stressare" troppo le banche in un periodo in cui hanno problemi di liquidità e alle prese con le ricapitalizzazioni». Ma non ci sono solo banche e assicurazioni. Il Pdl ha detto di voler intervenire anche sui taxi e sulle farmacie. «Sì perché ci sono errori, sviste, che dimostrano una certa superficialità, un po' troppa leggerezza. Ad esempio non si può stabilire che il figlio di un farmacista debba decidere in sei mesi se rilevare l'attività quando invece il codice civile gli assegna un anno di tempo». Monti però ha chiesto ai partiti di non «stravolgere» il decreto. «Infatti non lo faremo. Il nostro lavoro si articolerà in una prima fase in cui ascolteremo tutte gli interessati alle liberalizzazioni, poi andremo dal governo con le nostre proposte, cercando di arrivare a un testo condiviso. E solo alla fine porteremo gli emendamenti in aula. In questi giorni, proprio per lavorare tutti meglio, abbiamo chiesto alle varie categorie di sospendere le agitazioni e spiegare invece nelle audizioni che facciamo in commissione le loro ragioni». Pa. Zap.

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