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E da giovedì la Camera inizia a discutere la Tobin tax

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AMontecitorio sono state presentate tre proposte di legge: una è del deputato del Pd Ivano Miglioli, la seconda ha la prima firma di Andrea Sarubbi, anch'egli del Pd, ma è sostenuta da altri 14 parlamentari appartenenti a tutti i gruppi; la terza ed ultima in ordine di presentazione è quella che ha la prima sigla di Pier Luigi Bersani. Il relatore è Cosimo Ventucci, del Pdl. Intanto oggi l'ufficio di presidenza della Camera dovrebbe varare i tagli ai costi della politica e, a breve, toccherà al Senato. Nella riunione prevista nel pomeriggio a Montecitorio dovrebbe essere formalizzato, con uno specifico regolamento, il passaggio al contributivo (dal primo gennaio 2012) delle pensioni dei parlamentari e la regolarizzazione della figura del «portaborse». I questori hanno lavorato al taglio alle indennità di carica dei «vertici», cioè quella somma in più che alcuni deputati ricevono in virtù del particolare incarico svolto. Sarebbero «colpiti» lo stesso Fini e i questori, ma anche gli altri componenti dell'ufficio di presidenza e i presidenti delle commissioni parlamentari. La misura che si sta studiando potrebbe non essere varata oggi, ma slittare: l'intenzione è però quella di un taglio del 10-15% dell'indennità (qualcuno parla di una cifra «tonda» da sottrarre a tutti di mille euro). Ma c'è un grattacapo da risolvere. L'abbandono dei vitalizi con il passaggio al contributivo per le pensioni dei parlamentari, ha infatti l'effetto di aumentare il netto in busta paga, dal momento che i vitalizi entravano nell'imponibile, mentre i contributi previdenziali no (saranno equiparati a quelli di dipendenti pubblici con qualifica di magistrati o prefetti). Il risultato sarebbero circa 600 euro netti in più per ciascun onorevole. Ma la cosa rischia di sollevare un nuovo polverone e la rabbia della gente. Perciò a Montecitorio si sta correndo ai ripari: è allo studio un meccanismo per mantenere il netto invariato intorno ai 4/5 mila euro. Quanto al rimborso per i collaboratori, che dovranno essere regolarmente contrattualizzati sul modello del Parlamento europeo, da marzo deputati e senatori dovranno giustificare le loro spese. Un 50 per cento (circa 1.800 euro) resterà però a forfait. Una percentuale che, raccontano, i questori senatori sarebbero disponibili anche a portare al 75 er cento. I viaggi, infine. La Camera si impegna a risparmiare un milione di euro, il Senato 500mila, invitando gli onorevoli a razionalizzare le spese. «Non è il momento in cui il Parlamento possa difendere privilegi – dice Rocco Buttiglione, vicepresidente della Camera – mentre il Paese compie sacrifici noi dobbiamo essere in prima linea».

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