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Ma l'anagrafe di Roma dichiara già il collasso

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Èda circa un mese però che i dipendenti di Roma Capitale addetti ai servizi anagrafici, demografici e di stato civile, hanno proclamato lo stato di agitazione e ogni giovedì pomeriggio (la giornata del cittadino, quella per intenderci che prevede l'orario prolungato del servizio agli sportelli) si riuniscono in assemblea. I problemi per un'anagrafe che gestisce oltre tre milioni di certificati con soli 300 dipendenti sono enormi. E a complicarli ancora di più, come fosse uno scherzo del destino, è proprio la «semplificazione» avviata già dal precedente governo, ampliata dal Campidoglio e che vede ora con l'ultimo decreto Monti un ulteriore giro di vite. Non a caso la protesta è avallata da tutte le sigle sindacali. «Siamo ormai al collasso - spiega Nicoletta Calcagni, della segreteria provinciale della Uil - occorre quanto prima una riorganizzazione dell'intero servizio, come del resto stiamo richiedendo ufficialmente a sindaco, prefetto, assessore e dirigenti. Le nuove regole, oltre a essere applicate con direttive assai confuse, risultano per molti versi difficilmente applicabili o meglio comportano delle complicanze per operatori e cittadini. Non chiediamo soldi ma solo di poter lavorare meglio e dare servizi più efficienti ai cittadini». Tra gli esempi più eclantanti la nuova "rivoluzione" informatica entrata in vigore proprio sotto Natale nel Comune di Roma che prevede il rilascio a vista ad esempio del certificato di nascita. Questo è reso possibile grazie alla scannerizzazione dell'archivio storico. «Il problema - spiega ancora la Calcagni - è che l'ufficiale di stato civile che si trova al terminale prende visione del certificato sul web, lo stampa e firma di aver visionato l'atto. Non è specificato tuttavia nell'atto che la visione è avvenuta tramite computer. Ora, se il collega magari ha compiuto un errore nello scannerizzare quel certificato, chi paga le conseguenze di quell'errore? Tutta la modulistica che abbiamo non è adeguata alle nuove tecnologie». Non solo. I computer in uso all'anagrafe capitolina non sono in grado di reggere a lungo i sofisticati software voluti dalla "semplificazione". L'effetto? Spesso si bloccano e vanno letteralmente in tilt. Inutile sperare poi nel rilascio della residenza in due giorni. Solo per avviare il controllo da parte dei vigili urbani della presenza fisica della persona richiedente serve molto di più. Almeno in una metropoli complessa come la Capitale. O si vorrebbe che gli anagrafici per velocizzare la pratica si accontentassero di un autocertificazione, magari autenticandola? I dipendenti dei servizi anagrafici saranno giovedì prossimo in Campidoglio.

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