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Monti: "Aiutiamo i cittadini Ora siamo in linea con l'Ue"

Il premier Mario Monti

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«Siamo considerati un governo molto decisionista, ma non c'era molta scelta considerate le condizioni in cui ci siamo trovati ad agire». Mario Monti procede nella sua tabella di marcia ed è soddisfatto: «Credo avremo solo un plauso» dai cittadini italiani, dice intervistato dal Tg1. Il Consiglio dei ministri di ieri ha approvato il decreto sulle semplificazioni: «È la terza iniziativa di spessore in due mesi», ha sottolineato lo stesso presidente del Consiglio. Un decreto accolto dalle aperture dei partiti. Una serie di disposizioni che puntano ad una «semplificazione orientata ai cittadini e all'economia», per usare sempre le parole del premier, e che tocca i più svariati argomenti che riguardano la vita quotidiana, come i certificati in tempo rale, ma anche le aziende e l'economia più in generale. Un decreto che «dimostra, ancora una volta, l'impegno dell'Italia nelle riforme in linea con le raccomandazioni della Commissione europea e di altre istituzioni autorevoli», come ha sottolineato lo stesso Monti. Le decisioni del Cdm sono state illustrate in parte dal presidente del Consiglio al termine di una riunione durata circa sei ore: «Non dovete sorprendervi se i Consigli dei ministri durano abbastanza a lungo: a noi piace essere molto veloci per prendere decisioni, ma piace anche esaminare le cose approfonditamente e nel dettaglio in modo da avere un pieno convincimento collegiale sulle cose che adottiamo». L'operato del governo trova il sostegno convinto dei partiti che in Parlamento appoggiano l'esecutivo, Pd e Pdl su tutti. Anche perché, chiarisce Monti al Tg1, «che i partiti ci incalzino è una cosa gradita, abbiamo bisogno dell'impulso non solo della società e dei mercati ma anche di quello dei partiti, soprattutto quelli che sostengono il governo che altre volte ho chiamato maggioranza strana e che stavolta mi azzardo a chiamare innovativa. Il mio governo - ha aggiunto il premier - si muove in continuità con le cose migliori viste negli ultimi anni. Sulle liberalizzazioni certamente il punto da cui muoviamo è quello del governo Prodi con il ministro Bersani nel 2006, sul contenimento della finanza pubblica ma anche su università e semplificazioni ci muoviamo in continuità con il governo Berlusconi e con i ministri Gelmini e Brunetta». Sulle proteste per le liberalizzazioni, Monti precisa: le contestazioni «non sono arrivate dalla generalità dei cittadini e delle categorie che sono dalla parte delle liberalizzazioni e non contro. Noi cercheremo di convincere» le categorie che non sono d'accordo «e comunque procederemo». Poi sull'Ue ha spiegato: «Credo che sia importante per l'Italia svolgere il suo ruolo. Questo è il mio compito. Penso che il dialogo con la Germania, la Francia, la Gran Bretagna e la Polonia sia una cosa necessaria». E sul giudizio del Financial Times secondo cui l'Europa è sulle spalle di Monti? «Il Financial Times qualche volta esagera nel male, qualche volta essendo un giornale rosa, è troppo roseo. Ma meglio questi secondi momenti che i primi», dice il premier. Il Professore incassa l'ok di tutti, o quasi. Anche i critici, come l'Idv, in questo caso sono sembrati meno aggressivi. «Il Dl semplificazione approvato dal Consiglio dei ministri, esattamente 7 giorni dopo le liberalizzazioni, toglie ulteriori argomenti agli scettici e ai nostalgici. Si può solo andare avanti così», ha detto il vice segretario del Pd Enrico Letta. Il segretario del Pdl Angelino Alfano lancia un appello alle categorie produttive perché «valutino l'ipotesi di sospendere gli scioperi annunciati» e assicura l'impegno del partito in Parlamento per «migliorare i provvedimenti».

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