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Tremonti: il governo resti in sella

L'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ospite della trasmissione

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Siamo "in una fase straordinaria della storia" in cui "la ricchezza sta divorando le nazioni e poi divorerà se stessa". Ma c'è "un'uscita di sicurezza" dalla crisi che passa attraverso una riorganizzazione dell'Europa e una maggiore solidarietà delle sue economie. È questo lo scenario fatto dall'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti nel suo nuovo libro, che si chiama appunto "Uscita di sicurezza" (Rizzoli), in uscita il 25 gennaio e presentato alla trasmissione Che tempo che fa. "Ad agosto potevamo fare qualcosa di più" Tremonti ha spiegato di aver "sempre ripetuto queste cose" in tutti i vertici a cui ha partecipato e, fino ad agosto dell'anno scorso, il governo Berlusconi "ha fatto per tre anni la politica di bilancio più seria d'Europa", con "la media degli spread a 120 e 140: poi - ha ricordato l'ex ministro - tutto esplode perché l'America viene degradata e si scatena la guerra sui debiti pubblici". È in quel momento che l'esecutivo di cui faceva parte "poteva fare qualcosa di più e di diverso" e a Fabio Fazio che gli chiede se ha mai pensato alle dimissioni, Tremonti risponde sibillino: "In agosto ho iniziato a scrivere il libro...". Ora comunque non serve staccare la spina al governo Monti perché "nonostante alcuni interventi e alcuni errori, non c'è ancora equilibrio, sui mercati i soldi sono pochi e molti sono della Bce. Quindi la situazione è molto critica e ora è importante la stabilità". "Le banche tornino a fare le banche e non i casinò" Anche la Lega Nord continua ad attaccare Monti ma Tremonti preferisce non commentare la manifestazione odierna del Carroccio in piazza Duomo: "Non voglio sembrare un coniglio ma non mi sono occupato di quello. Avevo paura di lei e della Littizzetto - ha detto a Fazio - Penso che non ci si debba occupare di altri partiti e mettersi a intrigare dentro casa degli altri". Meglio parlare della crisi europea che si può risolvere se "le banche tornano a fare le banche e non i casinò", anche perché "la massa tossica delle banche è stata trapiantata nei bilanci pubblici, le banche sono state salvate senza condizioni e il mondo finanziario si vendica senza pietà sui governi". Si tratta quindi "di fenomeni globali ed europei" e "quando Monti dice che è un problema europeo, dice una cosa giusta ma dice quello che ho sempre detto io". Per questo è necessario che "l'Europa si riorganizzi e ci sia più solidarietà nelle economie", compresa quella tedesca. "La Germania - spiega Tremonti - pensa che le cose vanno bene fino a quando il fuoco non lambirà qualche birreria. Allora capiranno che la soluzione è solo comune, ma non è solo egoismo in Germania, ci sono anche le paure del passato e i fantasmi del futuro".  

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