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La ricetta del governo non è liberale

Il presidente del Consiglio Mario Monti

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L'indice della libertà economica della Heritage Foundation e dell'Istituto Bruno Leoni è un buon metro per valutare lo stato di salute dell'Italia. I dati sono stati diffusi qualche giorno fa: siamo al novantaduesimo posto, preceduti di un gradino dall'Azerbaijan e lontani da Paesi come la Giamaica, il Kazakhstan, la Slovenia, Capo Verde e molti altri che fanno sorridere i benpensanti. Questo non schioda di un millimetro il fatto che l'Italia è un gigante economico, è la terza economia d'Europa, ma deve farci riflettere sull'eccesso di regolazione di un Paese che ha potenzialità inespresse enormi e costi burocratici titanici. Bene, di fronte a tutto questo che fa il governo Monti? A parole liberalizza, ma in realtà regola, controlla, certifica, pianifica e dispone per l'oggi e il domani. Istituire un'Authority per i trasporti è l'esempio più lampante del sistema di pensiero. È una visione del mondo che fa parte della biografia e dell'esperienza del premier, ma è lontana da quella di un liberale. Nella mente del governo c'è sempre l'occhio dello Stato - o di un suo ente supremo - su ogni dimensione dell'economia. Siamo di fronte a un'idea non dinamica e naturale della concorrenza dove i prezzi dei beni e dei servizi sono frutto della domanda e dell'offerta. Se il governo Berlusconi non era liberale e condizionato dalla dottrina di bilancio di Tremonti e dalla sua visione colbertiana dell'economia, il programma dispiegato da Monti e dai suoi ministri è di stampo dirigista, ispirato dal dogma della regolazione in un Paese che di regole soffoca e per non morire asfissiato le aggira. Come spesso è accaduto in questi giorni, la metafora del cosa non va in Italia, di questa enfasi regolatoria, di questa volontà di dare a ogni manifestazione della realtà un quadro normativo, arriva dalla tragedia della nave Concordia. Dopo il naufragio Palazzo Chigi annuncia il varo di una norma per regolare le rotte a rischio. Ridicolo. Una materia che fa parte della cultura di ogni buon marinaio, punto e linea da carta nautica, bussola e compasso, diventa oggetto da Azzeccagarbugli. È la testimonianza di un governo che rischia di andare fuori rotta.  

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