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Fiamme Gialle negli uffici milanesi di Standard & Poor's

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Sonole sole parole dette dal sostituto procuratore di Trani Michele Ruggiero, che ieri era a Milano per seguire le perquisizioni e le operazioni investigative messe in campo dalla Guardia di finanza negli uffici della società di rating Standard & Poor's. L'attività di S&P's e quella di Moody's sono al centro di due procedimenti paralleli avviati dal pm che ipotizza i reati di aggiotaggio, manipolazione del mercato e abuso di informazioni privilegiate. In realtà, è certo che le indagini riguardanti S&P's e condotte dal nucleo di Bari della Guardia di finanza si sono allargate al declassamento del rating dell'Italia (da A a BBB+) diffuso dalla società solo pochi giorni fa, il 13 gennaio. Le inchieste di Trani sono in corso l'una da maggio 2011 nei riguardi di Standard e Poor's e l'altra dal mese di giugno del 2010 nei confronti di Moody's accusate di aver manipolato il mercato con «giudizi falsi, infondati o comunque imprudenti» sul sistema economico-finanziario e bancario italiano. Per S&P's sono indagati il responsabile legale della società e gli analisti Eileen Zhang, Frank Gill e Moritz Kraemer che hanno firmato report negativi per l'Italia, tra maggio e luglio scorsi. Il procedimento nei confronti di S&P's, avviato dalla Procura di Trani sulla base di denunce presentate dalle associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori, riguarda i giudizi espressi sul sistema italiano in tre differenti circostanze dall'agenzia di rating: nel report emesso il primo luglio 2011, per esempio, furono espressi giudizi negativi sulla manovra finanziaria aggiuntiva che il governo Berlusconi stava preparando mentre i mercati erano aperti, giudizi espressi prima che esistesse un testo definitivo della manovra e prima ancora che questo venisse presentato al Consiglio dei ministri. «So solo che si tratta di perquisizioni», ha detto ai giornalisti l'avvocato Giuseppe Fornari, che rappresenta la società. «È un momento delicato, - ha poi aggiunto - cercate di capire, non possiamo dire nulla».

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