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De Falco. Onore

Il capitano De Falco

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«Ho fatto soltanto il mio dovere. Adesso bisogna pensare a recuperare i corpi delle vittime e a mettere in sicurezza la zona». Gregorio De Falco, l'ufficiale operativo della Capitaneria di porto di Livorno che venerdì sera ha intimato al comandante della Concordia di risalire a bordo per coordinare i soccorsi, è diventato, suo malgrado, un eroe. Sul web si sprecano i commenti a suo favore. Qualcuno arriva, provocatoriamente, a proporlo come presidente del consiglio. Ma lui ha deciso di chiudersi in uno stretto riserbo e di non rilasciare altre dichiarazioni. Ieri aveva spiegato al «Tirreno» cosa era successo la sera della tragedia: dall'allarme lanciato da una passeggera e giunto alla Capitaneria tramite i carabinieri, alla concitata telefonata che ha fatto il giro del mondo. E aveva raccontato di essersi reso conto che Schettino mentiva più dal tono della sua voce che dalle parole pronunciate con evidente imbarazzo. Quella maledetta sera di venerdì nella sala operativa erano presenti in cinque. Oltre a De Falco, c'erano il capoturno, l'operatore radio, l'addetto alla «Port approach control» (Pac) e l'ufficiale di ispezione. La sala è attrezzata con una moderna apparecchiatura utilizzata per monitorare le navi in transito. Dopo l'allarme, l'intera struttura ha tenuto sotto controllo la situazione, fino alla drammatica telefonata di De Falco al comandante della Concordia. E se sulla rete (ma non solo) Schettino è diventato ormai l'archetipo del pavido, bersaglio di disprezzo e dileggio, De Falco è considerato l'eroe del momento. L'uomo che ha riscattato l'immagine dell'Italia e degli italiani agli occhi del mondo. Il suo «Vada a bordo, cazzo» è stato ripreso dai siti dei principali quotidiani dell'intero pianeta, dal New York Post che lo traduce «Go on board, for f*ck's sake» all'inglese «Guardian», dall'argentino «Clarin» a «Le Soir», da «El Mundo» al «Figaro». «Nell'Italia degli Schettino e dei De Falco voglio essere una De Falco»: solo uno dei commenti di ammirazione che è possibile leggere su Twitter. Un gigante, suo malgrado. Perché De Falco ha pensato, come ha ribadito, solo a fare il suo dovere e a soccorrere gli occupanti della nave arenata. «La mia vocazione - spiegava ancora al «Tirreno» - è il soccorso e non sono soddisfatto se non porto tutti a casa. Purtroppo ci sono stati dei morti». Rispetto alla codardia dimostrata da Schettino, una figura che giganteggia. Sullo stesso piano del capo commissario della Concordia, Manrico Giampetroni, rimasto intrappolato per 36 ore nel relitto con una gamba rotta, dopo aver aiutato decine di crocieristi a salire nelle scialuppe di salvataggio. Ieri il commissario ha ricevuto la visita di Pierluigi Foschi, presidente e amministratore delegato di Costa Crociere. «Non me l'aspettavo, ero veramente emozionato» ha detto Giampetroni. Foschi, appena terminata la riunione dell'unità di crisi, si è recato all'ospedale Misericordia di Grosseto per salutare e verificare di persona le condizioni del «commissario eroe» e per ringraziarlo del lavoro che ha fatto dopo il naufragio. «Mi ha fatto veramente piacere» aggiunge Giampetroni. Oggi sarà sottoposto ad un intervento chirurgico, «per un po' non ci sentiremo» aggiunge. E a chi gli chiedeva se Foschi gli avesse annunciato un premio, ha risposto che «il premio per me è stato quello di essere salvato. Appena sarà possibile, tornerò a lavorare sulle navi della Costa».

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