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Sul pacchetto si fa retromarcia

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Nonsolo quindi i taxisti sono riusciti a ottenere un testo nel quale si attribuisce ai Comuni il potere di incrementare il numero delle licenze. Ma anche altri capitoli al momento non entranno nel decreto legge. Tra questi Bancoposta che non sarà scorporato da Poste. Sulla separazione della Rfi da Ferrovie deciderà successivamente l'Autorità per i Trasporti. E, secondo i sindacati di settori favorevoli, salterebbe la parte del pacchetto liberalizzazioni che riguarda i gestori degli impianti di rifornimento di benzina, anche se da fonti accreditate si spiega: su questo punto il Governo va avanti con la tabella di marcia prefissata, che prevedrebbe anche la separazione di Snam Rete Gas da Eni. Insomma a pochi giorni dal varo in Cdm del decreto liberalizzazioni (venerdì alle 10 è convocato il Consiglio dei Ministri) molte parti del pacchetto circolate nelle prime bozze sembrano ora a rischio. Un po' per le forti resistenze dei soggetti interessati, un po' perché si tratta di materie complesse che potrebbero avere percorsi legislativi autonomi e successivi. Certo è che, da quello che trapela, intenzione del Governo è «toccare» un po' tutti i settori tirati in ballo. Se non altro per non dare l'impressione di cedere alle pressioni delle lobby. Ma la scelta è anche se farlo con interventi pesanti o più morbidi, graduali. E, ad esempio, gli ordini professionali sembrano in questo senso aver spuntato una certa gradualità nell'intervento che li riguarda dopo l'incontro con il Guardasigilli Paola Severino che li ha rassicurati «non intendiamo abolire gli ordini». Altro capitolo complesso è quello che tocca il settore energia e in particolare Eni. La separazione di Snam, diceva pochi giorni fa il sottosegretario alla Presidenza, Antonio Catricalà, non è tra le priorità. Ma oggi a incalzarlo è proprio il suo successore. Il presidente dell'Antitrust, Giovanni Pitruzzela, spiega che «in linea di principio l'Antitrust favorisce sempre le ipotesi di separazione della rete dal gestore, ma sulle modalità pratiche e sui tempi, che devono tenere conto della complessità del tema, la decisione spetta alle istituzioni». E un altro fronte è quello dell'acqua. Il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro e il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli esprimono un netto «no». A Palazzo Chigi arriva anche la protesta delle farmacie, con alcuni «parafarmacisti» incatenati davanti a Montecitorio. Per quanto riguarda la benzina Faib e Fegica denunciano che ci sarebbe una marcia indietro «stando ad accreditate indiscrezioni provenienti direttamente dal Ministero dello sviluppo». Ma al momento il testo è ancora molto fluido. L'ipotesi non trova conferma anzi: il governo - si apprende - rispetta pienamente la tabella di marcia prefissata anche se i testi e le soluzioni non sono quelli contenuti nelle bozze circolate. Questo anche se, sempre Pitruzzella, indica questo come settore «molto importante» sul quale mettere mano. Mentre su Bancoposta e Rfi è lo stesso ministro Corrado Passera a dettare una nuova agenda: «ad oggi non c'è nessun progetto del genere sul tavolo».

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