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«Hanno sbagliato tutto il possibile»

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Erasulla nave perché io dovevo lavorare in quella crociera e far sfilare i miei abiti. Non credo che li rivedrò mai più». Lo ha rivelato Mara Parmegiani, storica della moda e del costume, tra le più accreditate collezioniste di abiti del recente passato. «Sono viva per miracolo e fortunatamente l'evento taumaturgico ha salvato la stragrande maggioranza delle persone a bordo». «Un miracolo vero e proprio - rincara la dose la giornalista che si era imbarcata sulla "Concordia" a Civitavecchia - perché non siamo stati aiutati come avremmo dovuto essere». D'altro canto, a sentire molti dei passeggeri, è un coro unanime: soccorsi lenti e inadeguati, con le scialuppe calate in ritardo, un'assistenza globale da parte del personale di bordo assolutamente non all'altezza in una situazione di emergenza. «Erano circa le 21 - racconta - quando ci siamo seduti a tavola in attesa della cena. Abbiamo sentito un forte boato. Si sono spente le luci, la nave si è inclinata. A quel punto siamo usciti, siamo andati sul ponte con indosso abiti molto leggeri. Abbiamo passato la notte vestiti in quel modo: una sofferenza inaudita per il freddo. Non abbiamo avuto una coperta né tantomeno un bicchiere di liquido caldo. Grave, poi, far scendere in ritardo le scialuppe in acqua. Insomma, abbiamo avuto enormi difficoltà ad abbandonare la nave. Il personale addetto alle scialuppe non era quello giusto: mi è sembrato poco esperto. Pensate che la mia scialuppa ha dovuto essere sostituita da un ufficiale di macchina di una compagnia navale diversa che mi ha poi aiutata a scendere». Non si dà pace la Parmegiani: «La collezione finita in fondo al mare era spettacolare e, a parte il valore affettivo inestimabile, mi farà perdere una serie di contratti che avevo in essere per mostrarla in altre occasioni. Ce l'ho col comandante, per quella virata inspiegabile sul Giglio (dicono per salutare qualcuno con la sirena...). E poi, la comunicazione: siamo stati informati di un guasto elettrico e non del reale pericolo: la voce dell'altoparlante poteva ugualmente rassicurare i passeggeri parlando, però, di uno stato di allerta ben diverso».

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