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"L'talia contribuirà alla crescita Ue"

Il presidente del Consiglio Mario Monti

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«L'Europa non è solo disciplina di bilancio, è importante investire più energia politica costruttiva sul versante della crescita». Se come ha scritto Le Figaro, Monti non ha portato a casa risultati concreti dall'incontro con il Cancelliere Merkel, ha comunque ottenuto che Berlino consideri con più attenzione il tema della crescita e ammorbidisca le sue posizioni eccessivamente rigoriste. Ed è quanto il premier ha ieri riferito alla Camera sottolineando di aver fatto presente al Cancelliere che l'Italia si opporrà a un'interpretazione troppo rigida del piano ventennale di dimezzamento del debito pubblico: un piano che il governo giudica «fattibile» ma che, attuato in modo rigido, rischia di farci «cadere preda di un eccesso di formalismo». Alla Camera Monti ha ricapitolato la posizione italiana e ha fatto un appello ai parlamentari chiedendo un «contributo in varie occasioni future per formulare le proposte italiane sulla crescita». In questa prospettiva e per avere un appoggio alle riforme il premier incontrerà oggi i leader del Pd Bersani, dell'Udc Casini e del Pdl Alfano. Monti chiarisce che l'obiettivo della riduzione del debito pubblico dal 120% del Pil al 60% in venti anni, non è una decisione presa in queste settimane: è già una legge europea che «è stata accettata dai governi dell'epoca». È un obiettivo «severo ma fattibile»: l'Italia, però, sta lavorando affinchè nell'attuazione concreta del piano siano adottati «criteri qualitativi» che evitino di «cadere preda di un formalismo eccessivo». Ora che si tratta di definire l'accordo a 26 sulla disciplina di bilancio, il governo italiano, spiega Monti, ha tra i suoi obiettivi quello di «evitare vincoli più rigidi, limiti procedurali o nuove sanzioni rispetto a quelle già esistenti». Non solo: «se l'obiettivo dichiarato è quello di dotare l'unione di un più solido pilastro economico, è necessario che la disciplina di bilancio sia affiancata da una politica di crescita e di competitività con un rafforzamento dell'integrazione economica all'interno del mercato unico». L'Italia, spiega Monti, sa di essere un Paese che si trova in «una fase di transizione da un periodo, ormai remoto, di indisciplina finanziaria a uno di disciplina». Dobbiamo dunque muoverci in modo tale che nessuno possa «mettere in dubbio che l'Italia partecipi al quadro europeo, con un'immagine di paese maturo».Monti si mostra ottimista sul raggiungimento degli obiettivi che il governo italiano si è fissato. Anche se, avverte, «non è un viaggio a Berlino a Parigi, non è un incontro trilaterale a Roma che possa cambiare le decisioni europee. È molto difficile fare passi avanti, è molto facile fare passi indietro». Il Prof spera però che la partita sulle regole per la disciplina di bilancio si chiuda nel consiglio europeo di fine gennaio. Perché, da quel momento in poi, ci si potrà concentrare sulla crescita. Questa non potrà essere perseguita con politiche di disavanzo: sarebbe «effimera» e solo i «nostalgici di politiche senza successo» possono volere. Si tratta invece di «sfruttare tutto il potenziale di un continente integrato per crescere di più, cosa che finora non è stato fatto». Monti rivela di averne parlato più volte alla Merkel: È un argomento che uso spesso con il Cancelliere: una maggiore crescita è una condizione indispensabile per garantire la disciplina. Il premier conclude con una espressione francese («Tout se tient», tutto si tiene) e una a previsione ottimistica sui possibili interventi della Bce, altro nodo sul quale Berlino è rigida. «Non è escluso che la Banca centrale europea, dopo che sarà stato acquisito l'accordo sulla disciplina di bilancio, si senta, per così dire, più rilassata...». L.D.P.

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