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L'Euro è nel mirino, a rischio il futuro della moneta unica

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Aessere messi in difficoltà sono proprio i due pilastri su cui si regge la risposta dell'Ue alla crisi dei debiti sovrani. Il Patto di bilancio, che dovrebbe vedere la luce il 30 gennaio prossimo, e il fondo salva-Stati Efsf. Il quale, in seguito al declassamento della Francia rischia di perdere a sua volta quella tripla A che finora gli ha consentito di raccogliere sui mercati fondi a condizioni molto vantaggiose da girare poi ai Paesi maggiormente esposti alla crisi. Uno scenario previsto dal presidente della Banca centrale europea (Bce) Mario Draghi, il quale già a dicembre aveva messo in guardia contro gli effetti che il declassamento della Francia avrebbe avuto non tanto su Parigi, quanto sul fondo salva-Stati. «Non dovremo preoccuparci troppo di un eventuale downgrade della Francia, ma nel caso avvenisse sarebbe importante valutare l'impatto che avrebbe sull'Efsf» era stato il suo avvertimento. Un impatto che, secondo il presidente della Bce, potrebbe essere sterilizzato accelerando la nascita del fondo permanente salva-Stati Esm. Non più basato sulle garanzie prestate dai Paesi dell'Eurozona (e quindi soggetti ai voti delle agenzie di rating sui rispettivi debiti sovrani), ma su un capitale versato che lo renderebbe immune da declassamenti e prospettive negative. La decisione di Standard & Poor's «è un colpo basso che viene da chi sta speculando al ribasso», è il commento a caldo che si raccoglie negli ambienti di Bruxelles. Dove l'insofferenza per il terrorismo finanziario alimentato anche dalle decisioni delle agenzie di rating è gradualmente ma costantemente cresciuta in questi ultimi mesi. E si moltiplicano i commenti di quanti dicono basta ai comportamenti estemporanei delle agenzie di rating.

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