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Il governo balla sul mattone

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Troppo presto per parlare di fattore G, come giustizia. Quello che ha tenuto in scacco il governo guidato da Berlusconi. Ma dopo le dimissioni del sottosegretario all'Editoria Carlo Malinconico e le polemiche per la casa acquistata a due soldi, legittimamente, dal ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi, la tensione nel governo sale. Soprattutto per il temuto effetto domino. Ieri è toccato al sottosegretario ai Beni culturali, Roberto Cecchi. La Procura di Roma sta valutando se ipotizzare il reato di abuso d'ufficio in relazione al fascicolo di indagine aperto, per ora contro ignoti, sulla sponsorizzazione da 25 milioni di euro del restauro del Colosseo. Un appalto affidato alla Tod's di Diego Della Valle dal commissario delegato per gli interventi urgenti nelle aree archeologiche di Roma e Ostia antica, allora proprio Roberto Cecchi, e dal ministero dei Beni culturali. Altro giro, altra corsa. La casa di 109 metri quadrati, di fronte al Colosseo, acquistata nel 1999 dall'Inps a 177 mila euro dal ministro Patroni Griffi, continua a provocare polemiche. Ma lui non ci sta a passare da furbetto. Tanto che ha chiarito di non aver avuto alcun privilegio, ma una «posizione» in comune con le «migliaia di cittadini italiani, di ogni condizione sociale, che sono diventati acquirenti, alle condizioni e secondo le procedure volute dal Parlamento, di immobili di enti previdenziali». Patroni Griffi l'ha scritto in una lettera al Fatto Quotidiano, che per primo ha ricostruito il caso. Torna alla mente «l'incidente» che portò alle dimissioni il ministro Scajola. Ma, avverte Patroni Griffi, si tratta di un accostamento a una vicenda che «nessuno, in buona fede, può seriamente rapportare alla mia». Il ministro ricostruisce l'intero caso, che definisce «personale». A partire dal suo trasferimento a Roma nell'86 dopo aver vinto il concorso pubblico per consigliere di Stato e dalla sua richiesta a vari enti per un alloggio da prendere in locazione, con risposta da parte dell'Inps per l'immobile in questione, «prospiciente i giardinetti su via degli Annibaldi» e dal quale, scrive Patroni Griffi, «scorgere il Colosseo richiederebbe operazioni inconcepibili per chi, come me, soffre di vertigini». Il palazzo, prosegue, «fu definito di pregio in virtù della sola sua ubicazione nel centro storico, mentre la legge dava una serie di altri parametri, tra cui lo stato di manutenzione (non vi era acqua diretta e l'Inps da molti anni non aveva svolto interventi di manutenzione). Da qui nacque il contenzioso con lo Stato che portò alla conclusione, sulla base di una consulenza tecnica, che quell'immobile, in base a tutti i parametri di legge, non poteva considerarsi di pregio. Il prezzo di vendita, quindi, fu un prezzo stimato di mercato dall'Ute. Temo di non essere in grado di scrivere un manuale per "furbetti" come mi viene suggerito», afferma. Ma il domino si allunga. Il sottosegretario alla Difesa, Filippo Milone, è finito in un'intercettazione telefonica su cui i pm del caso Enav-Finmeccanica puntano parecchio: Lorenzo Borgogni, secondo i magistrati un "finanziatore" dei partiti, riferisce di una richiesta di soldi da parte di Milone per una festa del Pdl. Il viceministro delle Infrastrutture e Trasporti, Mario Ciaccia, è stato amministratore delegato della Banca per le infrastrutture e lo sviluppo controllata da Intesa San Paolo, coinvolta per forza di cose in tanti appalti che ora il viceministro dovrà gestire da un'altra posizione. Stesso problema, ovviamente, del ministro Corrado Passera, che è stato ad di Intesa, anche se, una volta approdato al governo, ha venduto tutte le sue azioni dell'istituto, pari a quasi 11 milioni di euro. Guido Improta, invece, sottosegretario ai Trasporti, era il capo delle relazioni istituzionali di Alitalia. Un conflitto d'interessi? Anche il viceministro del Lavoro, Michel Martone, è stato al centro di polemiche. È successo quando il governo Berlusconi affidò a Martone una consulenza e al padre la presidenza della Civit, la commissione per la trasparenza nell'amministrazione. Proprio il padre, Antonio, è coinvolto nell'inchiesta sulla P3.

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