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Monti: ora l'Ue riduca i tassi sul debito

Il premier Monti e il cancelliere tedesco Merkel (D)

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Continua la strategia del premier Monti per convincere i partner europei, Germania in primis, che l'Italia non è più «fonte d'infezione per l'Europa» ma ha imboccato la strada del risanamento senza battute d'arresto. E a quanto pare, stando alle dichiarazioni del Cancelliere tedesco Angela Merkel, Monti è riuscito a convincere Berlino. L'incontro di ieri tra i due leader non ha portato a risultati concreti sul fronte delle misure anticrisi per l'Europa ma ha segnato un passo in avanti nell'avvicinamento dell'Italia alla Germania. La Merkel ha detto di aver «grande rispetto» per Roma, che ha fatto uno sforzo «straordinario». Il premier ha così ottenuto dall'incontro il riconoscimento degli sforzi intrapresi «in tempi rapidi» e soprattutto la promessa tedesca di accelerare e versare più capitali in quel fondo destinato a sostituire l'attuale Efsf e che sembra rappresentare l'unica vera arma dell'Europa in grado di disinnescare la speculazione. Berlino anticiperà il pagamento dei capitali nel futuro fondo salva stati Esm per dare un «segnale ai mercati». Ma Monti, a fronte dei sacrifici dell'Italia, ora chiede ai mercati di apprezzare gli sforzi compiuti, il che vuol dire che è arrivato il momento di abbassare i tassi sul debito. Altrimenti, avverte in una intervista al quotidiano Die Welt, si corre il rischio che «un eccessivo rigore» faccia rinascere il populismo e le proteste anti tedesche trasformando così l'Italia in un paese anti europeo. Nel colloquio, che dura al di là di quanto previsto dal programma iniziale, il premier illustra oltre alla prova di «maturità» fornita dagli italiani anche «la fase due», delle misure sul fronte di liberalizzazioni, riforma del lavoro e pensioni sulla linea di quanto richiesto dall'Europa. Un pacchetto che Monti conta di presentare a Bruxelles il prossimo 23 gennaio dopo il vertice a tre di Roma con Francia e Germania. L'Italia non è così «più una fonte di infezione per l'Europa» rivendica Monti e anzi può lavorare a fianco degli altri due grandi paesi dell'Unione. Per questo anche i mercati, che pure hanno apprezzato le misure, devono cambiare atteggiamento abbassando tassi e spread che ora sono ancora inchiodati sopra i 500 punti, a livelli «non più giustificabili». Ma anche l'Europa deve fare la sua parte, rileva il presidente del Consiglio, per creare un «contesto più favorevole» che possa fare abbassare i tassi. E in un successivo incontro con le tv tedesche Monti rileva di tener in maggior conto il miglioramento dello spread che gli apprezzamenti sul cambio di stile del suo governo. Il premier è riuscito soprattutto a far cambiare passo a una Germania finora molto riluttante, sul fronte del fondo salva stati Esm per il quale Berlino è pronta ad accelerare e ampliare il versamento del capitale necessario. Le tensioni sul debito infatti stanno colpendo duramente anche il settore privato come insegna il caso Unicredit e occorre farvi fronte al più presto poichè il rigore presumibilmente frenerà la già scarsa crescita economica mentre le riforme ci metteranno del tempo a mostrare i loro effetti. Senza una rapida soluzione appare invece la Tobin Tax, di cui discuterà con il premier britannico, David Cameron, il 18 gennaio e per la quale il presidente francese Sarkozy si sta spendendo molto. Il tema tornerà quindi sul tavolo al vertice trilaterale di Roma del 20 gennaio.

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