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Sono bastate poche parole per aprire un solco nella pace forzata tra Pd e Pdl.

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Seinfatti il Pd apre ad una riforma della governance sulla quale ha già pronta una proposta di legge condivisa da tutto il partito, il Pdl pone dei paletti, innanzitutto sul ruolo dell'esecutivo: «La Rai non è un problema del governo – ha avvertito il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto – Dopo la riforma del 1975, il rapporto è tra il Parlamento e la Rai. Non credo se ne debbano occupare i tecnici». Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione del Pd apprezza invece l'annuncio del premier: «Ha fatto bene Monti a parlare di un'iniziativa sulla Rai, io non credo spetti solo al Parlamento affrontare il tema, in passato infatti le leggi sulla tv pubblica sono state fatte dai ministri della Comunicazione». Ma sulla privatizzazione il Pd non è d'accordo: «Non siamo per la darla ai privati perché è meglio avere un servizio pubblico», spiega Fabrizio Morri, capogruppo Pd in Vigilanza, che pur non conoscendo il progetto del governo, (in realtà nessuno dei parlamentari interpellati pensa che ce ne sia già uno in cantiere e comunque nessun contatto è stato ancora avviato tra esecutivo e Parlamento), ritiene che per risolvere i problemi economici dell'azienda «l'esecutivo potrebbe inventarsi qualcosa sulle strutture che trasmettono il segnale». In ogni caso una decisione andrà presa entro marzo, spiega ancora Morri perché a quel punto scadrà l'attuale Cda e se per allora non ci sarà una riforma «il governo potrebbe decidere una specie di commissariamento transitorio che a noi non dispiacerebbe». Il Pd rilancia poi la proposta unitaria del partito discussa recentemente in un vertice dei responsabili del settore: «La nostra idea è quella di una amministratore unico con poteri forti che sia autonomo dalla politica», dice Gentiloni e che metta fine al Cda «eletto dalla maggioranza politica che ripropone gli equilibri del Parlamento». Roberto Rao, esponente dell'Udc, invita ad evitare polemiche e a concentrarsi sul futuro di un'azienda che si trova in evidente difficoltà: «Il Governo presenterà tutte le proposte che riterrà più opportune, esercitando i suoi legittimi poteri. Spetterà poi al Parlamento discutere, approvare o respingere le proposte che saranno avanzate. È tuttavia fondamentale mettere da parte ogni pregiudizio, anche e soprattutto di natura ideologica». Al di fuori della maggioranza invece Lega e Italia dei Valori hanno posizioni opposte: «Occorrono delle norme per cacciare i partiti dal governo dell'azienda pubblica», dice il portavoce dell'Idv, Leoluca Orlando. «Alla Rai serve al più presto una cura dimagrante» è l'opinione di Davide Caparini, capogruppo del Carroccio in Vigilanza secondo il quale «il servizio pubblico andrebbe "messo al bando"» tra i tanti attori che forniscono contenuti di informazione ma non solo.

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