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Hannocorso a piedi su via Giovannoli e poi sono saliti sulle due ruote che avevano parcheggiato in via Tempesta? È il punto che va chiarito della dinamica di mercoledì sera. Circa dieci testimoni oculari sono stati ascoltati dai carabinieri. Le dichiarazioni rilasciate non sono state molto diverse tra di loro. Intorno alle 22 madre e padre con la figlia in braccio escono dal bar di via Tempesta. È una scena che si ripete ogni sera da quasi otto anni, da quando cioè hanno comprato l'attività commerciale. La donna avrebbe riferito agli investigatori che si sentiva seguita. I tre imboccano via Giovannoli dove abitano in un appartamento al secondo piano con i genitori, due sorelle e il fratello di lei. I due rapinatori li affrontano davanti al portone. Vogliono prendere le borse che portano in spalla marito e moglie. I cinesi reagiscono. Non cedono. Gli aggressori non mollano. Uno sfila la sacca di lui, l'altro col taglierino cerca di tranciare quella di lei. È quasi una rissa. E alla fine accade il peggio. Uno dei rapinatori estrae la pistola e fa fuoco: forse per sbaglio, forse perché lo vuole. Poi la fuga. La donna prova a inseguirli. Poi desiste. E i due? Nelle voci che in questi giorni si sono rincorse e accavallate c'è chi ha parlato di tre persone fuggite dal luogo del delitto. Un'ipotesi che gli investigatori però non hanno mai confermato lasciando intendere che la versione dei fatti prevede solo due aggressori.

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