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Spread e Borsa sotto osservazione. Il Tesoro cerca 20 miliardi

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Un'inversionedi tendenza improvvisa, sintomo dell'aumento della percezione del rischio Italia presso gli operatori. Dal giorno del giuramento del governo Monti il 16 novembre, il differenziale di rendimento era sceso da 530 punti a 356 il 7 dicembre, vigilia del vertice Ue a Bruxelles. Ma il sostanziale fallimento del summit aveva fatto di nuovo virare lo spread al rialzo fino ad arrivare ai 515 punti di venerdì scorso. A pesare è stata sicuramente la drastica frenata che la Banca Centrale Europea ha dato agli acquisti di titoli di Stato, soprattutto italiani e spagnoli, crollati a quota 9 milioni dai 3,36 miliardi di euro della settimana prima. I mercati, nonostante l'ultima pesante manovra varata dal nuovo esecutivo, restano infatti scettici sulle possibilità dell'Italia di abbattere un debito pubblico pari al 120% del Pil e allo stesso tempo di rilanciare una crescita che ormai latita da oltre dieci anni. Negli ultimi 15 anni il Paese è cresciuto mediamente di appena lo 0,75% l'anno e si avvia inesorabilmente verso la recessione. In questo scenario, le misure del premier Monti sono considerate «recessive» e, come ha sottolineato il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, avranno «effetti restrittivi sul Pil stimabili in mezzo punto percentuale nel prossimo biennio». Questa settimana intanto il Tesoro testerà i mercati con una emissione di nove miliardi di Bot semestrali e due miliardi di Ctz il 28 dicembre, seguita il giorno dopo da un'asta di Btp e Cct per un importo complessivo tra i 5 e gli 8,5 miliardi. In totale via XX Settembre punta a raccogliere circa 20 miliardi di euro. Questo è solo il preludio di ciò che aspetta l'Italia l'anno prossimo quando dovrà rimborsare oltre 300 miliardi di titoli di Stato. Le prove più dure sono rappresentate dalle scadenze di febbraio e marzo che sfiorano i 100 miliardi, rispettivamente 53 e 45 miliardi.

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