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Monti studia la fase 2

Pier Ferdinando Casini (a sinistra) e Mario Monti

Casini attacca i partiti

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Le vacanze di Natale, si sa, sono un'occasione anche per fare dei bilanci. Anche per il premier Mario Monti, che ha trascorso questo breve stop a casa a Milano, in via Frua. Immancabile l'appuntamento con la messa. Poi la famiglia. Oggi torna a Roma. E oggi saranno finite le vacanze anche per gli altri ministri perché si terranno le prime riunioni per decidere le prossime tappe. Al momento però ciò che sta preoccupando maggiormente gli esponenti di governo è il rapporto con il Parlamento. Nella prima manovra è stato terribile. Con un esecutivo che ha avuto in privato il pieno appoggio dei partiti, anche sulla manovra lacrime e sangue, e poi alla Camera e al Senato gli stessi leader hanno fatto di tutto per smarcarsi. Proprio per questo prima della pausa il premier ha voluto incontrare a quattr'occhi i vari segretari dei principali partiti per stabilire soprattutto un nuovo metodo di lavoro. Che preveda la consultazione prima ma anche il pubblico sostegno dopo. Non è un punto di secondo piano visto che l'esecutivo è composto in gran parte da persone che non hanno avuto alcuna esperienza politica sino a questo momento. Professori universitari che fin qui avevano visto il Parlamento solo in tv. E dunque sono usciti notevolmente provati da questa sorta di "doppio gioco" (ok in privato e smarcamento in pubblico) tipico della politica. Sono stati diversi i ministri che si sono sfogati con il premier in questi giorni e soprattutto hanno manifestato tutta la loro preoccupazione per il fatto che l'esecutivo in queste condizioni è ben difficile possa andare molto lontano. Anche perché le prove che l'attendono sono forse ancora più pesanti. A fine gennaio c'è da affrontare il consiglio europeo che in un primo momento era previsto per marzo. Ma la Ue, sotto la forte spinta della Germania, ha deciso di anticipare tutto di quasi un mese. In quell'occasione verrà decisa la revisione dei trattati che potrebbero portare alla perdita di sovranità. Dopo la trimestrale, ad aprile il governo dovrà poi fare il check per vedere gli effetti della manovra e se sarà necessaria una nuova (che nessuno ormai esclude già oggi). Di fronte a questa situazione che farà l'esecutivo? Deve mettere mano alla "fase due", quella della crescita. Ma al momento il governo non sembra avere in mano provvedimenti già pronti. E non è detto che li vari tutti in un'unica soluzione. L'unico testo che potrebbe essere approvato subito è quello sulle liberalizzazioni. Farmacie, taxi e alcuni ordini professionali così come era nella manovra prima di passare al vaglio dei partiti. Possibile che l'occasione sia buona per rilanciare qualche altra riforma sulla competitività. Sul tema ci sta lavorando un tavolo ristretto composto dal ministro dello Sviluppo Corrado Passera, quello delle Politiche Europee Enzo Moavero e dal sottosegretario Antonio Catricalà. Si studiano anche interventi su benzina, servizi postali e pubblici locali. Poi, dopo l'istituzione dell'Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali, a partire dal primo gennaio, «si porta a compimento, rafforzandolo, il processo di separazione tra soggetto concedente e concessionario», aveva osservato Passera. Una spinta per le grandi opere.

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