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Meno affitti e spese. Il Parlamento taglia

L'aula di Montecitorio

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Meno affitti e spese, nel 2012 la Camera dei deputati risparmierà. Mentre sugli stipendi dei parlamentari si attende ancora il rapporto della Commissione guidata dal presidente dell'Istat Giovannini: dovrà stabilire la media delle buste paga dei parlamentari dell'Ue. Poi toccherà all'ufficio di presidenza adeguare le indennità. Ma è un bluff. Ieri l'ha confermato anche il senatore Lamberto Dini: «Il costo dei parlamentari italiani è notevolmente inferiore rispetto agli altri». Il prossimo anno Montecitorio costerà 1 miliardo e 59 milioni 613 mila 354 euro: il 2,47% in meno del 2011. Il bilancio è stato approvato ieri all'unanimità dall'ufficio di presidenza. Dunque nel 2012 la Camera restituirà alle casse dello Stato circa 28 milioni di euro. Resterà invariata fino al 2014 la dotazione chiesta al Tesoro, pari a 992.800 milioni di euro. La spesa per i deputati scende del 3,28% rispetto al 2011, e rispetto al 2005, questa posta è scesa del 23%. In particolare, il prossimo anno i deputati costeranno 161.565 milioni. I vitalizi, su cui recentemente è stato modificato il sistema di calcolo, restano stabili a 138 milioni 200 mila euro. A crescere sono le retribuzioni del personale (+1,22%, 287.115 milioni), e il peso delle pensioni dei dipendenti (+2,96%, 216.358 milioni), ma crollano di ben il 25% (per 26.720 milioni) le spese per gli affitti, dopo la disdetta della locazione di Palazzo Marini, che ospitava gli uffici dei deputati. E un taglio drastico si è abbattuto sulle spese per la comunicazione e l'informazione: scendono di quasi il 20%, passando a 3.245 milioni. Il questore Francesco Colucci rivendica i risultati: «A fronte delle perduranti campagne di stampa pervicacemente denigratorie del Parlamento - spiega - le spese per i deputati diminuiscono, e la Camera consolida nella sua autorevolezza e nella sua dignità la funzione dell'Istituzione parlamentare, attraverso una gestione delle risorse ispirata a criteri di sobrietà, economicità e trasparenza». Al Senato cambia invece il sistema di calcolo delle pensioni dei dipendenti: dal prossimo anno ci sarà il contributivo pro rata per tutti, e viene introdotto il prelievo di solidarietà del 15% sulle pensioni per la parte eccedente i 200 mila euro annui lordi. A Montecitorio l'ufficio di presidenza ha ribadito l'estensione dal 1° gennaio 2012 del contributivo pro rata a tutti i dipendenti oltre all'innalzamento a 66 anni dell'età per la pensione di vecchiaia. Si dovrà aspettare gennaio per sapere se gli stipendi dei parlamentari scenderanno. A breve sarà pronto il dossier. Ad annunciarlo è stato il presidente dell'Istat Enrico Giovannini, a capo anche della commissione sul livellamento retributivo Italia-Europa. «A breve faremo un rapporto. Abbiamo ricevuto un bel po' di dati - ha detto - La materia è estremamente complessa anche perché le situazioni istituzionali sono molto diverse tra i vari Paesi». La «sintesi» la fa l'ex premier Dini: «Con 13.708,52 euro l'Italia sta sotto, per quanto riguarda le competenze mensili nette, rispetto alla Francia (21.001,60), alla Germania (24.851, 31) e anche alla Gran Bretagna (19.121, 83), per non parlare degli europarlamentari che si attestano su 34.494,72 euro».

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