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Mills scagiona il Cavaliere: «Soldi non da lui»

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Elo fa in videoconferenza da Londra dove, tramite uno schermo tv e l'aiuto di un'interprete, il legale ha confermato la ritrattazione dell'interrogatorio con cui, nel luglio del 2004, ai pm di Milano aveva parlato di 600 mila dollari ricevuti in «regalo» dall'ex premier, tramite Carlo Bernasconi, il manager Fininvest morto anni fa, perché era riuscito a «proteggerlo» dalle inchieste giudiziarie. Dichiarazioni su cui anche ieri l'avvocato inglese ha fatto marcia indietro: quei soldi, il fulcro dell'accusa, li ha ricevuti dall'armatore Diego Attanasio, uno dei suoi clienti. Dopo che il Tribunale ha deciso che andava sentito come teste con l'obbligo di ripondere alle domande e dire la verità, l'avvocato d'affari ha raccontato la sua versione pur cercando di fare qualche piccolo "slalom" dettato dal timore di essere di nuovo incriminato. Dopo le rassicurazioni del giudice Francesca Vitale, l'esame del testimone più importante dell'intero processo è proseguito. Con Berlusconi seduto in prima fila, a fianco dei suoi difensori, ad ascoltare. Si ritorna sul fondo Horizon per passare alla richiesta di creare «due trust a beneficio dei figli di primo matrimonio» dell'allora presidente di Fininvest (Pier Silvio e Marina, ndr). Un «progetto» di cui parlò «in un appartamento privato a Milano che credo fosse la casa di Silvio Berlusconi» e che «si è tradotto in nulla». E al pm che gli ha chiesto chi fosse il beneficiario delle società del gruppo B della Fininvest, il cosiddetto comparto riservato, Mills ha risposto: «Venivano gestite nell'interesse degli azionisti e presumo che Berlusconi fosse uno dei principali». E poi il pm: «Lei ricorda di aver parlato con Berlusconi una notte, quando erano apparse le prime notizie sullo scandalo All Iberian». Mills: «Deve essere stata una conversazione molto breve, senza fine particolare, del tutto innocente». Ad un certo punto il legale, si è rivolto al pm: «Mi vuole chiedere da dove vengono il 600 mila dollari? Sarei lieto di rispondere..». E così la conferma della versione ritrattata: quei soldi, finiti nel '97 sul suo conto a Ginevra, provenivano da Diego Attanasio ed erano una parte della ripartizione dei proventi frutto di una vendita di navi. Denaro, ha proseguito Mills, che «era stato in parte classificato come prestito, in parte come spese, in parte come regalo». Soddisfatto Berlusconi per le parole di Mills, meno per il processo: Perdiamo tempo tutti: è una favola inventata su qualcosa che non esiste».

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