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Sarkò a microfoni spenti:perderemo la tripla A. Borse giù

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Ipolitici europei farebbero bene a tenere la bocca chiusa. Per salvare i mercati e la loro stessa possibilità di essere rieletti. Ma non ce la fanno e per loro sfortuna c'è sempre qualcuno pronto a tenere aperti i microfoni e a registrare le loro gaffe. «Perderemo la tripla A»: non ha nascosto più la possibilità di un downgrade da parte delle agenzie di rating Moody0s e Standard and Poor's il presidente francese Nicolas Sarkozy, rivolgendosi - rigorosamente off the record -ad alcuni fedelissimi domenica scorsa, secondo quanto riportato ieri dal settimanale satirico Le Canard Enchainè. Secondo il Canard, storicamente molto informato sui retroscena dell'Eliseo, Sarkozy ha anche attaccato il premier britannico David Cameron che - sono le parole del presidente - in occasione dell'ultimo vertice di Bruxelles si è comportato come «un bambino cocciuto». Come gran parte degli osservatori, anche Sarkozy ritiene che il declassamento del rating della Francia sia «inevitabile e giungerà rapidamente», alla stregua di altri Paesi europei classificati AAA come la Germania, scrive ancora il Canard Enchainè. Ma il grande timore di Sarkò, aggiunge il settimanale, è che la Francia si distingua dagli altri partner con «il suo rating ridotto di due livelli invece che uno». Ovvia le reazione dei mercati finanziari. Il peggior listino è stato quello di Parigi (-3,33%). Mentre Milano particolare non è stata da meno. L'indice Ftse Mib ha perso, infatti, il 2,84%, nonostante il buon andamento dell'asta dei Btp a 5 anni. Il Tesoro ha piazzato bond per 3 miliardi di euro ad un tasso del 6,47%, con un rendimento record che non si vedeva dal maggio del 1997. Nonostante tutto, però, sul mercato dei titoli di Stato, lo spread, ha archiviato la seduta in forte rialzo per il secondo giorno consecutivo: il differenziale sul Bund tedesco è salito a 487,6 punti base dai 465,7 punti di martedì. Seguono poi le chiusure in calo di Londra (-2,25%), Madrid (-1,75%) e Francoforte (-1,72%). Proprio sul listino tedesco hanno pesato le indicazioni dell'istituto Ifo di Monaco che ha tagliato le previsioni di crescita per la Germania nel 2012. Il Pil del 2012 crescerà solo dello 0,4% mentre le previsioni estive lo davano al 2,3%. Una notizia che ha impattato sul mercato automobilistico della prima economia europea. Fil. Cal.

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