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Monti chiama i sindacati Manovra verso la fiducia

Il premier Mario Monti

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Monti apre ai sindacati. E convoca i leader di Cgil, Cisl e Uil stasera a palazzo Chigi. Sarà un incontro informale ma sarà anche l'occasione per fare il punto sulla manovra con Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti, e il numero uno Ugl, Giovanni Centrella. Un tentativo, se non di scongiurare, almeno di disinnescare lo sciopero generale in programma domani. Per quando cioè sono in programma manifestazioni davanti alle Prefetture e saranno effettuati presidi permanenti davanti alla Camera e al Senato fino alla conclusione dell'iter parlamentare. Stando al programma sempre dello sciopero di domani, alle 15 sono previsti proprio gli interventi di Camusso, Bonanni e Angeletti a piazza Montecitorio. L'astensione dal lavoro sarà di tre ore ma le modalità cambieranno da città a città. Sono escluse dalla protesta però tutte le attività di trasporto pubblico essenziale. Lo sciopero non si effettua nel trasporto aereo, nel trasporto pubblico locale, ferroviario e marittimo. Sono escluse anche le attività di soccorso stradale e dell'Anas. Aderisce alla protesta di tre 3 ore il personale dei porti, delle autostrade, dell'autonoleggio, del trasporto merci e della logistica, delle autoscuole e pratiche automobilistiche. Il 16 dicembre sarà la volta dei bancari che incroceranno le braccia unitariamente per l'intero pomeriggio in tutto il settore del credito e delle riscossioni. Le categorie del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato invece lo sciopero unitario di otto ore dei lavoratori pubblici per lunedì 19 dicembre. Sempre il 19 stop dei lavoratori di Poste italiane per le ultime tre ore di ogni turno. Infine i metalmeccanici della Cgil hanno deciso di anticipare a lunedì 12 dicembre lo sciopero generale inizialmente previsto per il 16. La Camusso ieri sera ha detto chiaro e tondo: «Prima di discutere» se cancellare lo sciopero di domani «aspettiamo le risposte del premier Monti ma al momento non sembra cambino i contenuti della manovra». Di più, nemmeno se ne attende: «Non mi sembra ci siano grandi spazi di cambiamenti della manovra». Alla domanda se, alla luce dell'incontro col premier cambierà idea, la leader della Cgil ha detto: «Non si possono fare adesso delle ipotesi. Bisogna vedere se le affermazioni che ho sentito fare da Monti in questi giorni saranno smentite». D'accordo anche Raffaele Bonanni: lo sciopero «si farà senz'altro, se il premier non garantirà equità. Vogliamo una manovra che salvi l'Italia ma che salvi anche gli italiani che non hanno più soldi». Intanto governo e partiti sono alla stretta finale. Il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, uno di quelli che materialmente ha scritto il decreto, ha incontrato in mattinata, a Montecitorio, i rappresentanti di Pdl, Pd e Terzo Polo per fare il punto sulle modifiche. Il vertice, durato più di due ore, è terminato con una mezza intesa, un «accordo sul metodo» ma non sul nodo delle risorse. «Sui quattrini il governo è ancora sulle sue, devono tornare i conti» per le coperture, confida Bruno Tabacci deputato dell'Api. Spetterà, ora, ai due relatori in commissione Bilancio (Pierpaolo Baretta per il Pd e Maurizio Leo per il Pdl) lavorare insieme al sottosegretario all'Economia, Vieri Ceriani, con «la supervisione del ministro» per chiudere la partita in tempi brevi. Si sta cercando di inserire le modifiche principali in un unico emendamento al decreto. Il provvedimento è al momento all'esame delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera che termineranno il lavoro entro domani, da martedì tocca all'Aula. I temi su cui si lavora sono quelli delle pensioni e dell'Ici, ma sono stati affrontati anche nodi che riguardano le province e i capitali scudati. Ormai il ricorso al voto di fiducia appare scontato. Tanto che Gianfranco Fini (più volte ha anticipato le mosse di Monti) non lo esclude: «Gli emendamenti sono numerosi e inducono a ritenere verosimile l'apposizione della fiducia».

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