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Monti: rischiavamo di non avere i soldi per pagare stipendi e pensioni

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Il premier Mario Monti ospite di Bruno Vespa a

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Il premier Mario Monti esordisce da protagonista unico e nei panni di capo del governo sotto i riflettori di Porta a Porta, ospite di Bruno Vespa. "L'Italia rischiava di non poter pagare più stipendi e pensioni", ha detto il presidente del Consiglio durante il colloquio con Vespa. "Possibile che presto non ci sarebbero stati i soldi per pagare gli stipendi: con questa operazione ho chiesto agli italiani molti sacrifici, ma l'alternativa non era andare avanti come se niente fosse, senza sacrifici". "Non dobbiamo guardare molto lontano, la Grecia è la rappresentazione di cosa sarebbe potuto accadere all'Italia", ha continuato Monti. "Siamo più forti (della Grecia, ndr), e saremmo stati ancora più colpevoli, ma siamo un Paese che ha vissuto bene consumando ricchezza accumulata più che produrne altra". POCA FLESSIBILITÀ SU PENSIONI "Sono salito su un treno in corsa che stava per deragliare", ha detto il premier riguardo al suo incarico facendo sua una metafora usata ieri nel dibattito a palazzo Madama sulla manovra. "Capisco il disorientamento e il disagio", dice il premier, "ma gli italiani capiranno" che la situazione era grave". Scarse le possibilità di  modifiche alla riforma delle pensioni. "Il Parlamento è sovrano, il tempo è poco e il margine di flessibilità è pochissimo", ha detto Monti. Sulla riforma delle pensioni il premier ha ricordato che in passato ci sono stati scioperi per molto meno. Capisco le reazioni, ma invito tutti a considerare cosa sarebbe successo anche al mondo del lavoro dipendente e i pensionati senza questa manovra. Abbiamo fatto più redistribuzione di equità di quanto mai fatto, sono sicuro che gli italiani capiranno e sono sicuro che dovremo spiegare il perché delle nostre decisioni. Ci saranno manifestazioni di protesta e arrivo a considerarle giustificate ma spero si capisca in quale situazione si trova l'Italia. Sono fiero di quanto fatto", ha detto Monti. "È possibile e sarà fatto", ha detto invece a proposito del prelievo sui capitali "scudati" previsto dalla manovra. Si tratta di capitali "anonimi ma presso banche e istituzioni finanziarie. Sì, pensiamo di farcela", ha detto il presidente del Consiglio replicando all'obiezione di Bruno Vespa sulla difficoltà di andare a colpire i capitali rientrati. L'ICI SERVE PER I SERVIZI "La prima casa è una cosa importante per la vita dei cittadini ma è anche una cosa che consuma risorse pubbliche: ci vogliono infrastrutture e le città costano. In tutti i paesi anche la prima casa contribuisce al mantenimento dei servizi pubblici", ha detto Monti spiegando la decisione del suo governo di reistituire l'Ici sulla prima casa. Il  governo è costretto a fare "equilibrismo" tra i partiti in Parlamento e il presidente del Consiglio è convinto che l'impresa sia possibile: "Lo faccio molto volentieri e credo ci riusciremo. Metà del parlamento vuole una continuità rispetto al governo Berlusconi, l'altra metà una discontinuità". Sul fronte della continuità, Monti assicura il rispetto degli "impegni che il presidente del Consiglio Berlusconi ha preso, molto responsabilmente, nei confronti dell'Ue; la discontinuità cerchiamo di metterla nel dare più accento sociale e nel tirare fuori l'Italia da questo guaio". È invece "prematuro" affermare che sarà necessario porre la fiducia sulla manovra: più importante è venga approvata "in tempi brevi e senza modificarla molto".   L'IRPEF NON CRESCERÀ Aumentare le accise sulla benzina era "indispensabile, anche per esigenze per esempio del trasporto pubblico locale", ha detto il premier. "Ma è giusto guardare a questi grandi fenomeni che interessano la vita quotidiana del cittadino, meno notato è tuttavia un altro aspetto: le grandi liquidazioni dei dirigenti, che finora venivano tassate ad un'aliquota media, adesso sopra un milione di euro venivano tassate all'aliquota marginale". Il governo non ha toccato l'Irpef e non intende farlo in futuro, ha rivendicato Monti, ma è importante che i partiti non alterino la "distribuzione dei carichi della manovra".  Se i partiti cambiano la manovra e danno soldi alle pensioni o riducono l'Ici sulla prima casa, il governo dovrà aumentare l'Irpef, ha chieso Vespa. "Sì - ha risposto Monti - lei è più ministro dell'Economia di me in questo momento. Io forse troppo sociale nella mia responsabilità generale, dico cerchiamo di non modificare quella distribuzione dei carichi che abbiamo fatto con molta attenzione e ascoltando, le parti sociali, i partiti politici. Crediamo di ritenere che quello che abbiamo proposto non sia gradito a nessuno e men che meno a noi che l'abbiamo proposto".      

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