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La politica evita la ghigliottina I tagli toccano solo le Province

Costi della politica, manifestazione davantia Montecitorio

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C'è un'azienda in Italia che non ha conosciuto crisi. Occupa milioni di persone, non produce, ma consuma, anzi sperpera. E il conto lo presenta ai contribuenti. Parliamo della politica. Forse qualcosa sta cambiando, ieri Monti ha aperto la conferenza stampa partendo proprio da qui, dagli interventi che il governo ha potuto fare per dare un segnale. Simbolico certamente, perchè non incide sui grandi privilegi. Ma almeno è un segnale. Il premier vorrebbe abolire le province, ma non può farlo così gli ha tolto un po' di ossigeno. Avranno solo 10 consiglieri eletti nel territorio. Vengono eliminate le giunte. Inoltre le cariche elettive negli organi territoriali non previsti dalla Costituzione saranno a titolo onorifico. Se poi in Parlamento ci fossero iniziative per una legge costituzionale che le cancelli del tutto il governo darà il proprio contributo. Altra cura dimagrante riguarderà le autority, da 50 membri il numero complessivo scenderà a 28. Inoltre i membri del governo, se dipendenti pubblici non conserveranno l'intera retribuzione. E Monti da parte sua ha rinunciato per intero al compenso di presidente del Consiglio e ministro dell'Economia. Forse di più, soprattutto ora, il governo non poteva fare. Perché la politica le cose l'ha fatte per bene. I politici nei consigli regionali o in Parlamento hanno fatto in modo che siano proprio i beneficiati a decidere sui propri benefici. Un esempio per tutti. Le Regioni piangono miseria per i tagli. Ma i vitalizi, quelli no. Non si toccano. Crisi o non crisi. Al massimo si scalfiscono. Così mentre per i lavoratori si parla di pensionamenti dopo una vita al lavoro, e sempre sopra i 65 anni, loro no, a 50 anni con una leggera decurtazione possono prendersi un bel vitalizio. Qualche anziano politico del dopoguerra diceva che le Regioni avrebbero creato un grande buco nel debito pubblico. Il buco si è verificato. Tutta colpa delle Regioni? No. La responsabilità è di tutta la politica, di quella che in anni passati trovava il modo di pagare milioni di pensioni di invalidità per scopi clientelari. Oppure le infornate alle Poste alla vigilia del voto. Per non parlare di aziende parastatali e municipalizzate. Eppoi il moltiplicarsi di posti, in cui la sola caratteristica necessaria è l'appartenza a un partito. E quando tutte le caselle risultano occupate, se ne creano altre. E come direbbe Totò: io pago. Prendiamo un contribuente di un comune italiano. Sopra la sua testa, e, a sue spese, c'è un apparato pubblico imponente. Il comune con il suo sindaco, gli assessori e i consiglieri. Se poi non basta ci sono i municipi o circoscrizioni. Altro personale e altre poltrone. Naturalmente c'è la Provincia, che da oggi, almeno questo, costerà meno. Poi ci sono le Regioni. Infine il Parlamento con quasi mille tra senatori e deputati. Il governo e i ministeri. Ma come non dimenticare le autority, i tar, corte dei conti, le Asl. E tutti i dirigenti con retribuzioni da manager, che mai sono toccate dall'inflazione, e tante, tantissime auto blu. Già quante sono? Un vero rebus. Ci proverà Monti a fare un po' di pulizia? Speriamo, e ci auguriamo che abbia più successo del governo precedente. Invano ci ha provato Brunetta a contarle, ha inviato a 9 mila amministrazioni una richiesta per conoscerne il numero, ma ben tre mila non hanno risposto. Così possiamo solo intuire che siano oltre 75 mila. Più degli Usa, della Germania, della Francia. Basta andare in giro per vedere innumerevoli automobili, che talvolta, con arroganza si aggirano incuranti di divieti e semafori. Spie visibili di un mondo che non sa cosa siano i sacrifici. E non se ne vergogna. E il Parlamento? Da quanti anni si parla di una cura dimagrante? E da quanto tempo si chiede che le retribuzioni degli onorevoli siano in linea con quelle europee? I vitalizi e le pensioni degli ospiti di Montecitorio e del Senato perché non devono sottostare alle stesse regole degli altri comuni cittadini? La fase di studio e riflessione dura da anni. Per insabbiare. Così, euro meno o euro in più, un deputato si porta a casa uno stipendio vicino ai 15 mila euro al mese. E gli bastano 5 anni di lavoro (si fa per dire) per avere una pensione. Se la passano bene, anzi benissimo, i consiglieri regionali. In teoria guadagnano un po' meno, dagli otto ai 10 mila euro. Ma quasi ovunque hanno rimborsi benzina. Poi anche loro non sudano tanto per l'impegno. I consigli regionali si riuniscono una o al massimo due volte al mese. In confronto i sindaci avrebbero molti motivi per lamentarsi. Conoscete un solo politico che sia più impegnato dei sindaci di Roma, Napoli o Milano? Eppure guadagnano meno, anzi anche la metà di un parlamentare. Ma non sarebbe un bel segnale se questa mattina, insieme alle durissime misure che colpiscono un po' tutti i cittadini normali, trovassimo anche le norme che dimezzano il numero degli onorevoli e le loro retribuzione? Già, ma questo non dipende dal governo, ma dagli stessi parlamentari che come i loro colleghi consiglieri regionali i sacrifici non vogliono farli. Le Camere e le regioni si vantano della propria autonomia e non la mollano. Un primo passo ieri è stato fatto, il resto spetta alla politica. Purtroppo. E da sfoltire c'è ancora tanto.

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