Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Se ci fosse ancora il Cav...

Esplora:
Silvio Berlusconi

  • a
  • a
  • a

Cosa succederebbe in queste ore se il governo di Mario Monti non esistesse? Ecco la cronaca fedele della splendida giornata di ieri. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi ha avviato le consultazioni per informare i partiti sui provvedimenti che varerà domani in consiglio dei ministri. L'esecutivo pensa a una serie di misure tampone che il ministro dell'Economia Tremonti ha approntato ieri sera e consegnato al premier solo mezz'ora prima dell'incontro con le parti sociali. Al vertice hanno partecipato Bonanni della Cisl e Angeletti della Uil. La Camusso non si è presentata spiegando che «con questo governo per la Cgil non c'è né tavolo né dialogo». La Cisl e la Uil hanno chiesto a Berlusconi di ritirare l'aumento dell'età pensionabile, la maggioranza è pronta a cedere. Niente patrimoniale, niente tasse, niente Ici. Cosa? Non si sa. Bersani ribadisce il «no alla macelleria sociale» e «uè ragazzi» pretende «le dimissioni di Berlusconi». Casini invoca «misure in linea con la lettera dell'Unione Europea». Il presidente della Camera Fini da Mentana su La7 spiega che «Silvio è finito e basta con le leggi ad personam». Gasparri vuole un dibattito in aula sulle esternazioni di Fini. Il premier alle 19 ha riunito il Pdl a Palazzo Grazioli. Presenti Verdini, La Russa, Quagliariello, Cicchitto, Gasparri e il segretario del Pdl Alfano che ha ribadito: «Berlusconi non si dimette, non ci sarà la patrimoniale né l'Ici, ma una riforma delle pensioni». Bossi da Brembate alle ore 23 ha tuonato: «Non si toccano quelle d'anzianità o stacchiamo la spina». Vendola e Di Pietro organizzano una manifestazione di piazza. Il Tg1 racconta che «la trattativa è costruttiva», il Tg2 legge l'Ansa, il Tg3 manda in onda Letta (Enrico): «Il premier lasci, lo spread scenderà di duecento punti». Il Vaticano prega e la Cei dopo Todi mette in agenda un summit a Pompei. L'Ue segue l'evoluzione della crisi, il commissario Rehn ha tuonato: «L'Italia rischia il default». Lo spread venerdì ha toccato quota 800, la Borsa di Milano ha chiuso a meno 5 per cento, Sarkozy e Merkel preparano i piani per il doppio Euro. Stavamo per fallire e non per far Lire. Male che vada, con Monti non andrà così.

Dai blog