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Stretta finale sul nodo sottosegretari. Domani le nomine

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Già oggi pomeriggio. O domani mattina al massimo. La nomina di sottosegretari e viceministri dovrebbe arrivare a brevissimo. Il presidente del Consiglio Mario Monti è infatti intenzionato a formalizzare la lista prima della partenza per la riunione dell'Eurogruppo di domani sera. A palazzo Chigi si è lavorato tutto il fine settimana alla stretta finale sulla squadra dei «vice». Il sottosegretario Antonio Catricalà tiene le fila del dossier. Ma manca ancora qualche tassello per comporre il puzzle di nomi. Prima di formalizzare la lista verranno probabilmente informati i leader dei partiti che compongono la nuova larga maggioranza. Anche perché, in una misura che dovrebbe essere proporzionale al «peso» parlamentare di ciascuno, alcune delle personalità che entreranno nel governo saranno scelte tra quelle indicate nelle rose di nomi consegnate al premier da Pdl, Pd e Terzo polo. Un'idea dell'attenzione e dell'attesa di queste ore, può darla la disputa domenicale attorno al nome di Angelo Rughetti, segretario generale dell'Anci, molto quotato al Viminale. Francesco Storace (La Destra) evoca un «conflitto d'interessi» e definisce «paradossale» un'eventuale nomina. Ma in difesa di Rughetti intervengono Gianni Alemanno e Sergio Chiamparino. Il primo bolla Storace come «fuori luogo» e il secondo riconosce a Rughetti la «possibilità di svolgere autorevolmente un ruolo» di governo. Intanto, i nodi più spinosi da sciogliere restano quelli di Economia, Giustizia e Comunicazioni. A via XX Settembre si attende che Vittorio Grilli sciolga la riserva. Mentre i veti incrociati dei partiti ostacolano una decisione su Giustizia (il nome di Giovanni Ferrara sembra tramontato) e Comunicazioni (dove Corrado Passera potrebbe tenere la delega). Per il resto, ai Rapporti con il Parlamento ci sono Federico Toniolo e Antonio Malaschini, all'Editoria di Carlo Malinconico, alla Cultura di Paolo Peluffo. Tullio Fanelli allo Sviluppo, Francesco Verbaro alla Funzione pubblica, Antonio Rughetti agli Interni, Mario Ciaccia alle Infrastrutture, Carlo Dell'Aringa al Welfare. Mentre il Partito per i Diritti dei Militari candida il generale Finelli alla Difesa.

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